JULIA KRAHN. ST. JAVELIN

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- DATA INIZIO: 25/11/2022

- DATA FINE: 29/01/2023

- LUOGO: FIRENZE – Museo Novecento

- INDIRIZZO: Piazza Santa Maria Novella, 10

- TEL: +39 0552768224

Julia Krahn invita le donne ucraine rifugiate a raccontarsi attraverso immagini e interviste.

JULIA KRAHN. ST. JAVELIN

 

 

FIRENZE – Museo Novecento Piazza Santa Maria Novella, 10

Dal 25/11/2022 al 29/01/2023

Il Museo Novecento di Firenze, inaugurato nel 2014, è dedicato all’arte italiana del XX e XXI secolo e propone oltre ad una collezione permanente, mostre e cicli espositivi, installazioni e progetti speciali; la sede espositiva è l’antico spedale delle leopoldine di piazza Santa Maria Novella.

In occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, il 25 novembre 2022, il Museo Novecento rinnova il proprio impegno contro la discriminazione di genere attraverso il progetto ST. JAVELIN, l’ultima serie fotografica di Julia Krahn, in cui l’artista invita le donne ucraine rifugiate a raccontarsi attraverso immagini e interviste.

Nata a Jülich nel 1978 JULIA KRAHN è un’artista multidisciplinare cresciuta ad Aquisgrana in Germania.

Per dedicarsi completamente all’arte lascia gli studi di medicina e si trasferisce a Milano dove vive e lavora.

Durante il lockdown apre il suo nuovo studio a Santa Lucia, nel centro di Sorrento.

La sua ricerca interroga la permeabilità dello sguardo tra identità dell’artista e dello spettatore.

Il progetto prende il nome da St. Javelin, un’immagine nata e diffusa durante la guerra in Ucraina che raffigura la Madonna con in braccio un missile anticarro, lo javelin, simbolo della resistenza.

La nuova iconografia di una madre armata ribalta quella di Maria che sostiene in braccio suo Figlio, richiamando alla mente la morte e la violenza più che la vita e l’amore.

Nel loggiato esterno del Museo Novecento saranno installate dieci bandiere recanti i ritratti di donne ucraine rifugiate, sorta di icone laiche che si impongono nello spazio con tutta la forza e la dignità del messaggio che veicolano, un messaggio di resistenza e di pace.

All’interno della serie fotografica è presente anche un autoritratto dell’artista, immortalata mentre stringe in mano la sua arma, la macchina fotografica, che invita le rifugiate a fare lo stesso, descrivendo le proprie armi di resistenza quotidiana, fatte per costruire e mai per distruggere.

Ogni immagine è accompagnata da un testo che narra la storia individuale di quella donna.

Le foto sono tutte molto belle ma accompagnate dai testi producono un forte impatto emotivo.

Bella mostra e utile.

ORARI DI APERTURA

  • Lunedì > mercoledì e venerdì > domenica 11.00 – 20.00
  • (1° gennaio 14.00 – 20.00)
  • Ultimo ingresso 60 minuti prima della chiusura

INFO

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