Un nuovo contributo alle celebrazioni del 700 anni dalla morte di Dante proposto dalle Scuderie del Quirinale di Roma, con la mostra Inferno
INFERNO
Le storiche scuderie papali ora nel patrimonio della Presidenza della Repubblica, sono state riportate a nuova vita dalla fine del Novecento a seguito della concessione in uso al Comune dell’immobile, e i lavori di restauro che l’hanno resa una delle più prestigiose sedi espositive di Roma.
Dal 15 ottobre 2021 al 9 gennaio 2022, le Scuderie ospiteranno la mostra Inferno, evento internazionale inserito nel programma delle celebrazioni dei settecento anni dalla morte di Dante Alighieri.
La rassegna è curata da Jean Clair storico dell’arte, uno dei grandi intellettuali del nostro tempo che si è continuamente interrogato sui temi e sulla natura del nichilismo e del male e sulle possibilità di superamento.
Nell’ideare la mostra Jean Clair intende proporla come un’esposizione potente e ambiziosa, con l’obiettivo di condurre il visitatore in territori inattesi attraverso la forza delle immagini e la profondità delle idee.
È la prima volta che una grande esposizione d’arte affronta il mondo dell’Inferno e lo farà raccontando la sua fortuna iconografica dal Medioevo fino ai nostri giorni.
180 opere provenienti da 80 prestatori di 10 paesi accompagneranno la potenza creativa e visionaria dei versi di Dante.
Nelle sezioni della mostra il visitatore seguirà un percorso che lo porta alla caduta degli angeli ribelli, poi il giudizio universale, la porta dell’Inferno, Caronte e gli abitanti dell’Inferno , il viaggio di Dante e Virgilio, le tentazioni e il peccato, Dante poeta e politico in esilio, l’Inferno in terra e infine la sala dove lo sguardo si alzerà verso il cielo “a riveder le stelle”.
Le 10 sale delle Scuderie illustreranno il viaggio dantesco nelle rappresentazioni che si sono succedute nel corso dei secoli “dalla strutturazione orrifica delle iconografie medievali al Rinascimento, al Barocco, ai tormenti delle tele romantiche alle visioni novecentesche psicoanalitiche.
La mostra si chiude con l’evocazione dell’idea di salvezza che Dante affida all’ultimo verso della cantica.
Alla mostra si affianca inoltre un lungo e denso programma di eventi che tenteranno di collegare i grandi temi danteschi alla complessità dei nostri tempi.