Impresa Camping

Eravamo a metà Luglio, avevamo risparmiato a sufficienza per prevedere almeno un’altra settimana di mare

Impresa Camping

 

 

 

Era il 15 luglio.

Da circa un mese   era cominciata l’avventura della permanenza in campeggio balneare del gruppetto di Amici dei Portici che avevano aderito al progetto “Lunga estate al mare”

Più che un progetto era una sfida.

La Permanenza era infatti legata esclusivamente alla disponibilità finanziaria necessaria a pagare quanto richiesto per sopravvivere.

In questa sfida c’era la fortuna che, almeno una volta alla settimana, venivano a trovarci gli Amici dei Portici che non avevano aderito al progetto per un motivo o per l’altro.

Arrivavano in genere o al venerdì sera, e in mattinata del sabato.  Qualcuno di loro a volte si fermava a dormire per una o due notti nella nostra tenda.

Li aspettavamo con ansia perché con loro arrivavano nuovi viveri: scatolette di carne o di pesce, vasetti di sottaceti o ragù pronto, pasta e riso e poi bottiglie di vino, che per noi erano un dono pregiato non da bere ma per il motivo che vedremo in seguito.

Loro portavano viveri in quantità notevole, considerando il consumo abituale in città.

Non sapevano che la nostra quantità di cibo giornaliera si era notevolmente ridotta: eravamo in dieta rigorosa fin da quando, a metà giugno, avevamo montato le tende, o meglio la tenda canadese quattro posti acquistata in economia.

Due erano la motivazione della dieta ipocalorica:

  • Spendere il meno possibile per conservare più a lungo il fondo economico necessario a prolungare la permanenza
  • Ridurre le dimensioni della pancia per ben figurare con le ragazze straniere che dimoravano in campeggio e frequentavano l’antistante spiaggia libera.

Non era infatti agevole camminare lungo la battigia sforzando la pancetta indietro per mostrare un fisico da” conquistatori”.

In pratica i viveri settimanali che arrivavano con gli amici ci permettevano di ridurre radicalmente le spese di vettovagliamento.

Eravamo a metà Luglio, avevamo risparmiato a sufficienza per prevedere almeno un’altra settimana di mare.

Proprio in quei giorni, guardando l’albo degli avvisi del campeggio, cominciammo a notare la presenza di messaggi del tipo Zelte zum Verkauf.  In un mese di vita in un campeggio, frequentato in prevalenza da tedeschi ed austriaci, avevamo appreso qualche parola di tedesco. Si parlava di tende in vendita.

La cosa ci incuriosì anche perché la nostra canadese 4 posti a volte era troppo stretta per ospitare anche gli amici temporanei. Questi, quando si fermavano per la notte, portavano con sé, tra lettino e coperte, un armamentario che occupava mezza tenda.

Ci informammo in direzione del campeggio e il personale ci confermò che quel tipo di vendita era una tradizione che si ripeteva ogni anno.

Si trattava o di giovani che, per prolungare le vacanze o perché delusi dall’esperienza, svendevano tende anche appena comprate nel loro paese.

Oppure si trattava di famiglie che dopo anni di campeggio avevano la tenda vecchia o troppo grande per famiglie senza più i figli al seguito. Preferivano svenderla piuttosto che sopportare il suo peso nel viaggio di ritorno.

Erano tempi infatti in cui le tende non si sostenevano con sottili e flessibili bastoncini al titanio, ma con pesanti e voluminosi bastoni di metallo.

Partimmo come segugi a controllare le proposte, contattare i venditori potenziali.

Come commercianti scafati cominciammo pure a fare le prime offerte.,

Considerata la disponibilità finanziaria che potevamo mettere noi quattro soci della Canadese e la nostra totale ignoranza del tipo di mercato, facevamo offerte “scandalosamente basse”.

Tuttavia chiudemmo un affare: tre universitari, tedeschi di Colonia, erano talmente presi dalla voglia di qualche giornata balneare in più che si dichiararono subito disponibili.

Capimmo subito che il motivo vero era l’attenzione di alcune giovani turiste o cameriere italiane.

Il nostro primo acquisto, una bella tenda araba, con spazio salottino, cucina e ampia cameretta isolata, ci costò:

– 5000 cinque mila lire in contanti

– 8 bottiglie di vino

– l’impegno a lascare i tre nella loro tenda per altri 3 giorni dopo la cessione.

Chiudemmo l’accordo con l’idea di usare quella bella tenda l’anno successivo (la cassa comune era infatti quasi vuota e avevamo ancora un margine di pochi giorni di autonomia per la permanenza in campeggio)

Mettemmo subito un bel cartello nell’albo degli avvisi “VENDESI TENDA”

L’idea era quella di liberarci della nostra canadese.

Due giorni dopo ci viene a trovare un signore, con moglie e figlioletto al seguito.

Volevano provare l’avventura del campeggio e cercavano una tenda.

Mostrammo la nostra canadese e sparammo 25.000 lire. In fondo l’avevamo comprata a 30.000 l’anno prima.

Non andava bene, il problema non pareva essere il prezzo, ma il tipo di tenda: avevano bisogno di una tenda con spazio per cucinino, spazio per mangiare all’interno con il brutto tempo o di sera; in pratica cercavano un’Araba.

“Abbiamo qualcosa per voi ma costa circa 50.000 lire”, sparò l’amico figlio di commercianti.

A noi venne la pelle d’oca. “Chissà come reagirà quel signore”, pensammo preoccupati.

“La possiamo vedere?” fu la sua pacata risposta.

Sospiro generale di sollievo, ma immediatamente successivo attimo di terrore.

Dovevamo far vedere a quel signore la tenda appena acquistata, ma i tedeschi erano ancora dentro. Come potevamo giustificare l’interesse di quell’estraneo al nostro gruppo?  Non dovevamo poi assolutamente parlare di prezzo.

Come potevamo parlare di 50.000 lire quando a loro avevamo dato un decimo?

Bisognava fare azione di disturbo: noi dovevamo andare prima con una bella bottiglia di vino, il prezioso prosecco che aveva portato un amico di Conegliano, giustificando la visita con lo scopo di festeggiare la loro partenza e annunciare che il giorno dopo ci saremmo trasferiti nella loro tenda. Dovevamo aggiungere anche che il fratello maggiore del nostro amico sarebbe venuto a vedere il nostro acquisto. L’amico che aveva accompagnato il potenziale acquirente nel frattempo aveva narrato la storia di tre amici tedeschi che avevamo ospitato per qualche giorno e che sarebbero partiti il giorno dopo. Inoltre, aveva detto che di prezzi avremmo parlato dopo al bar, con calma in quanto la cifra era trattabile.

La cosa funzionò talmente bene che, dopo la visita “parentale” alla tenda, tutti brindammo alla partenza dei tre universitari. Non si parlò di prezzo se non dopo, al bar, quando l’amico commerciante” concluse l’affare per 40.000 lire., con la disponibilità della tenda, già montata per il pomeriggio del giorno successivo.

Ci sentivamo ricchi e gasati per cui ricominciammo subito il giro delle Zelte zum Verkauf.

Seguirono altri acquisti e vendite sempre vantaggiosi, anche se non ai livelli del primo “affare”.

Quell’anno acquistammo anche, per quattro soldi, una grande tenda con ampi soggiorno e spazio cucina e due camere separate; una famiglia austriaca voleva disfarsene.

Era una tenda enorme, un po’ vecchiotta ma ancora in buone condizioni.

La tenemmo per noi e fu la nostra principale dimora estiva per gli anni a seguire, oltre che spazio di ospitalità per amici durante  i fine settimana, con tutti  i vantaggi che  sempre derivavano dall’arrivo di amici  da week end.

ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER

Leave a Comment

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.