“Si può fare” urlerebbe il dottor Frankenstin
Crotone Bologna 2-3. Si può fare
“Si può fare” urlerebbe il dottor Frankenstin.
Si può fare: vincere due partite consecutive e trasformare il Bologna imbelle e abulico del primo tempo nel ‘mostro’ che ribalta il risultato e travolge il Crotone.
Il dottor Sinisa modifica la sua creatura come un alchimista, la manipola e la ridisegna finché il risultato non lo premia.
Da 0-2 a 3-2: si può fare, si può risvegliare un cadavere e finire la partita con la voglia di sbranare l’avversario.
La metamorfosi scatta dopo un primo tempo avvilente, con il Bologna che gioca calcio accademico, senza un briciolo di grinta e il Crotone, ipermotivato, che va per due volte in gol: punizione di Messias da quaranta metri (dico quaranta!) che Skorupski vede sbucare all’ultimo fra una selva di gambe e poi rigore regalato da Soumaoro che Simy trasforma implacabile.
Solo Mihajlovic a quel punto può ridar vita al cadavere.
Ma ci vuole il coraggio di un’idea: fuori Orsolini, Svanberg e poi Djiks e Dominguez e dentro Skov Olsen, Schouten, Vignato e Sansone.
Nasce un 3-5-2 con Skov e Vignato esterni e Sansone a far da pendolo fra centrocampo e attacco.
L’alchimia è incendiaria e lo spirito di resurrezione gonfia le vele.
Accorcia Soumaoro su assist al bacio di Palacio, pareggia il conto Schouten con una sassata dal limite dell’area e Skov Olsen firma il 3-2 con un tap-in vincente dopo conclusione di Palacio.
Così il Bologna rinasce, dà una scossa decisiva alla classifica e condanna il generoso Cosmi.
In una giornata complicata per la difesa Skorupski ha la presa ‘scapadizza’, per dirla in slang locale, ma compie una parata decisiva su Messias, che evita il 3-3. Sumaoro provoca il rigore ma segna anche un gol, mentre Tomyiasu e Danilo sono decisamente sotto il loro standard abituale.
Cosi pure Orsolini e Svanberg, pallide comparse del primo tempo.
Allori di giornata per Palacio, che mette il piede in ogni azione decisiva, Schouten e Skov Olsen finalmente vivi ed elettrici e Sansone autore di una prova di personalità in un ruolo inedito.
Ultima riflessione: il 3-5-2 del secondo tempo esalta il tasso di aggressività’ della squadra e garantisce superiorità’ numerica a centrocampo.
Speriamo di rivederlo non solo per risvegliare il cadavere.
Si può fare!