Carlo Maratti è stato una figura centrale della pittura romana ed italiana della seconda metà del Seicento ancora oscillante tra classicismo e barocco.
Carlo Maratti, strategie comunicative e promozione della propria opera
CAMERANO (Ancona)- Chiesa di san Francesco Via San Francesco, 21
Dal 28/05/2022 al 20/11/2022
Nella Chiesa di San Francesco a Camerano, piccolo comune in provincia di Ancona, si è inaugurata a maggio la mostra Carlo Maratti, strategie comunicative e promozione della propria opera, a cura di Stefano Papetti.
L’esposizione vuole rendere omaggio al pittore Carlo Maratti, figura centrale della pittura romana ed italiana della seconda metà del Seicento che ebbe importanti influenze nella produzione artistica del secolo successivo, riuscendo nel difficile compito di conciliare le due opposte tendenze artistiche del tempo: il classicismo da un lato e la magniloquenza del barocco dall’altro, dando vita ad uno stile inconfondibile apprezzato in tutta l’Europa del tempo.
Carlo Maratti era nato a Camerano nel 1625 ma si trasferì giovinetto a Roma, dove entrò a far parte della prestigiosa bottega di Andrea Sacchi, presso la quale rimase sino alla morte del maestro nel 1661.
Di Sacchi divenne presto il migliore collaboratore e seguace, al punto di meritare il soprannome di “Carluccio d’Andrea Sacchi”.
Nelle sue opere si nota che l’influenza del maestro rimane come componente di base che va però via via arricchendosi di una trama incredibile di suggestioni che egli raccoglieva e curava in modo molto sapiente nelle molte opere commissionategli nella sua lunga carriera, conclusasi con la morte a Roma nel 1713.
Si trovavano così a coesistere il modello universale e supremo dell’arte di Raffaello, una speciale ammirazione per il morbido luminismo del Correggio (Antonio Allegri), i riferimenti già canonici ad Annibale Carracci, Francesco Albani, Guido Reni e il Domenichino (Domenico Zampieri), un colorismo più sontuoso di marca neo veneta (che guardava soprattutto a Tiziano) e ponderate aperture in senso barocco, da modulare fra la maniera dominante di Sacchi e quelle di Pietro Berrettini da Cortona, Giovanni Lanfranco e del più giovane Giacinto Gimignani.
In mostra nella chiesa di San Francesco sono esposte 28 opere tra dipinti, disegni e stampe di riproduzione dalle opere di Maratti, in dialogo con altri luoghi della città dove sono conservate opere dell’artista, come la chiesa di Santa Faustina e la Chiesa dell’Immacolata Concezione.