Per Antonio Ligabue gli animali, quelli domestici e quelli feroci, sono una parte costitutiva, essenziale, del creato ed egli li dipinge sempre con passione.
Antonio Ligabue. L’ora senz’ombra. Il riconoscimento come artista e come persona.
MODENA – Galleria BPER Banca Via Scudari, 9
Dal 16/09/2022 al 05/02/2023
La Galleria BPER Banca nasce con l’obiettivo di valorizzare l’immenso patrimonio storico-artistico della Collezione.
Non solo un museo, ma un luogo di scambio culturale, dove l’arte dialoga quotidianamente con il pubblico in modo vivace e vitale.
Tramite una cultura aperta, viva e stimolante Galleria BPER Banca persegue obiettivi di sostenibilità e di costruzione di un futuro equo, per tutti, con particolare attenzione alle future generazioni.
Dal 16 settembre la galleria presenta la mostra Antonio Ligabue. L’ora senz’ombra, rivolta a favorire il riconoscimento di Ligabue come artista e come persona.
La mostra curata da Sandro Parmiggiani, si sviluppa a partire da quattro importanti dipinti appartenenti alla collezione d’arte di BPER Banca.
Accanto ai dipinti di proprietà dell’istituto bancario, è esposta una selezione di opere provenienti da collezioni private, per rappresentare i principali filoni cui si è dedicato l’artista.
Si va infatti dalle lotte senza tregua tra gli animali selvaggi agli autoritratti, fino alle scene di lavoro nei campi, nelle quali si fondono realtà dello sguardo e memorie della patria perduta.
In ogni caso la mostra tratta il tema della Giustizia, tema centrale della ventiduesima edizione di festivalfilosofia in riferimento alla vicenda biografica dell’artista, dall’esilio dalla Svizzera fino ai ricoveri forzati in ospedale psichiatrico.
BPER Banca da tempo si impegna per combattere ogni forma di pregiudizio tramite progetti e azioni volti alla valorizzazione della diversità e dell’inclusione, valori sui quali l’esposizione offre l’occasione per riflettere.
Il percorso espositivo comprende una ventina di dipinti, realizzati dal 1929 fino all’ultimo periodo di attività dell’artista, che dal novembre del 1962 è impossibilitato a dipingere per motivi di salute.
Ne emerge il profilo di un artista tragico, che della vita ha spesso rappresentato l’aspetto più drammatico e doloroso: la lotta per sopravvivere o per affermarsi, in cui una vittima soccombe al carnefice e viene sacrificata.
C’è un po’tutto lo scenario del lavoro di Ligabue: le scene di lavoro nei campi, con i contadini e il bestiame, e gli animali domestici, e poi i suoi autoritratti che esprimono una visione tragica che egli esercita prima di tutto su di sé, sull’uomo sgraziato, che pare avere qualche punto di tangenza con l’animale.
In fondo, Ligabue vedeva gli animali, quelli domestici e quelli feroci, come una parte costitutiva, essenziale, del creato, che lui si impegnò a salvare in una sorta di “arca pittorica”, convinto che anche in essi palpitasse un’anima e che fossero parte essenziale, assieme alla vegetazione, del creato.
Un’esposizione dove si legge la storia personale di Ligabue e la sua tormentata vicenda psichiatrica, nonostante la quale ha dato vita ad opere di straordinaria forza comunicativa, che ancora oggi affascinano per la loro moderna visionarietà.