La Vaccara e Maillet: nord e sud a confronto

Nord e sud a confronto in una doppia mostra a Palazzo Sertoli, sede espositiva della Fondazione Gruppo Credito Valtellinese a Sondrio, e a Palazzo Sassi de’ Lavizzari, sede del Museo Valtellinese di Storia e Arte, dall’11 maggio al 29 luglio 2012. Il nord è quello della Valtellina, rappresentata, senza naturalmente alcuna volontà di assolutezza, da Daniel Maillet, mentre il sud è quello della Sicilia, con le opere del catanese Filippo La Vaccara. Filippo La Vaccara (Catania, 1972) esporrà un importante gruppo di lavori recenti. Si tratta di una decina di grandi tele e di un numero quasi uguale di sculture, tutte ispirate alla sua poetica, cui ci ha ormai abituato sin dai suoi esordi alla fine degli anni Novanta. Un immaginario sognante ma non surreale, fatto di episodi quotidiani dotati però di una grazia speciale, di una sorta di sospensione temporale raggiunta attraverso una scelta pittorica figurativa apparentemente infantile, ma di fatto raffinatissima. Come rendere infatti, il senso di sottile mistero in un motociclista che corre su una strada o di una carrozzella che passa per le strade di una “raggiante Catania”? La Vaccara conosce perfettamente quali elementi della scena evidenziare e quali trascurare: ne esce una pittura dove il “fatto”, un evento anche minimo, è a tal punto esaltato da diventare un fatto che appartiene anche a chi guarda, anche allo spettatore.

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Nord e sud a confronto in una doppia mostra a Palazzo Sertoli, sede espositiva della Fondazione Gruppo Credito Valtellinese a Sondrio, e a Palazzo Sassi de’ Lavizzari, sede del Museo Valtellinese di Storia e Arte, dall’11 maggio al 29 luglio 2012. Il nord è quello della Valtellina, rappresentata, senza naturalmente alcuna volontà di assolutezza, da Daniel Maillet, mentre il sud è quello della Sicilia, con le opere del catanese Filippo La Vaccara. Filippo La Vaccara (Catania, 1972) esporrà un importante gruppo di lavori recenti. Si tratta di una decina di grandi tele e di un numero quasi uguale di sculture, tutte ispirate alla sua poetica, cui ci ha ormai abituato sin dai suoi esordi alla fine degli anni Novanta. Un immaginario sognante ma non surreale, fatto di episodi quotidiani dotati però di una grazia speciale, di una sorta di sospensione temporale raggiunta attraverso una scelta pittorica figurativa apparentemente infantile, ma di fatto raffinatissima. Come rendere infatti, il senso di sottile mistero in un motociclista che corre su una strada o di una carrozzella che passa per le strade di una “raggiante Catania”? La Vaccara conosce perfettamente quali elementi della scena evidenziare e quali trascurare: ne esce una pittura dove il “fatto”, un evento anche minimo, è a tal punto esaltato da diventare un fatto che appartiene anche a chi guarda, anche allo spettatore.

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