Hayez, Fontanesi e la grande pittura italiana a Palazzo Magnani

All’inizio fu l’Oriente vicino, l’esotismo e la seduzione degli hammam e degli harem, le palme, i minareti ma anche i deserti popolati di beduini e cammelli, o i colori delle città del Magreb. Poi lo sguardo degli artisti migrò ancora più ad Oriente, verso quelle culture e quelle atmosfere dell’estremo oriente altrettanto esotiche e forse ancora più incantevoli.
Ed è su questo lontano Oriente, lo stesso che diviene popolare grazie ai romanzi d’avventura popolati da tigri o dal fumo conturbante dell’oppio, lo stesso che ammaliò tutta Europa grazie alle delicate armonie dei racconti e delle incisioni giapponesi, che si sofferma la grande mostra che Palazzo Magnani, a Reggio Emilia, promuove con il titolo “INCANTI DI TERRE LONTANE. HAYEZ, FONTANESI e la pittura italiana tra otto e novecento“.

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Hayez, Fontanesi e la grande pittura italiana a Palazzo Magnani

All’inizio fu l’Oriente vicino, l’esotismo e la seduzione degli hammam e degli harem, le palme, i minareti ma anche i deserti popolati di beduini e cammelli, o i colori delle città del Magreb. Poi lo sguardo degli artisti migrò ancora più ad Oriente, verso quelle culture e quelle atmosfere dell’estremo oriente altrettanto esotiche e forse ancora più incantevoli.
Ed è su questo lontano Oriente, lo stesso che diviene popolare grazie ai romanzi d’avventura popolati da tigri o dal fumo conturbante dell’oppio, lo stesso che ammaliò tutta Europa grazie alle delicate armonie dei racconti e delle incisioni giapponesi, che si sofferma la grande mostra che Palazzo Magnani, a Reggio Emilia, promuove con il titolo “INCANTI DI TERRE LONTANE. HAYEZ, FONTANESI e la pittura italiana tra otto e novecento“.

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Adolfo Wildt grande genio del Novecento italiano

Adolfo Wildt (Milano, 1868 – 1931) è il genio dimenticato del Novecento italiano.
La grande mostra che Forlì gli dedica al San Domenico (dal 28 gennaio al 17 giugno) per iniziativa della locale Fondazione Cassa dei Risparmi e del Comune, è certo una scommessa: rendere popolare un artista tra i più sofisticati e colti del nostro Novecento. La mostra è a cura di Fernando Mazzocca e Paola Mola affiancati da un comitato scientifico presieduto da Antonio Paolucci.
Da sottolineare come questa esposizione, eccezionale per completezza e qualità delle opere, rappresenti il primo tempo del “Progetto Novecento. Percorsi – Eventi – Interpretazioni” che si svilupperà nel 2013 con la grande mostra DUX, dedicata ad una ricognizione sull’ “arte italiana negli anni del consenso”, legittimamente proposta da Forlì, città del Duce.

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Adolfo Wildt grande genio del Novecento italiano

Adolfo Wildt (Milano, 1868 – 1931) è il genio dimenticato del Novecento italiano.
La grande mostra che Forlì gli dedica al San Domenico (dal 28 gennaio al 17 giugno) per iniziativa della locale Fondazione Cassa dei Risparmi e del Comune, è certo una scommessa: rendere popolare un artista tra i più sofisticati e colti del nostro Novecento. La mostra è a cura di Fernando Mazzocca e Paola Mola affiancati da un comitato scientifico presieduto da Antonio Paolucci.
Da sottolineare come questa esposizione, eccezionale per completezza e qualità delle opere, rappresenti il primo tempo del “Progetto Novecento. Percorsi – Eventi – Interpretazioni” che si svilupperà nel 2013 con la grande mostra DUX, dedicata ad una ricognizione sull’ “arte italiana negli anni del consenso”, legittimamente proposta da Forlì, città del Duce.

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