Una mostra antologica dell’artista statunitense considerata una delle fotografe più amate del suo secolo, la cui professione di una vita era stata la bambinaia
VIVIAN MAIER – Anthology – Mostra Bologna
BOLOGNA – Palazzo Pallavicini Via San Felice, 24
Dal 07/09/2023 al 28/01/2024
Dal 7 settembre 2023 al 28 gennaio 2024 Palazzo Pallavicini ospiterà nelle splendide sale rinascimentali la mostra “Vivian Maier – Anthology”, una straordinaria esposizione di quasi 150 fotografie originali e Super 8mm di una delle fotografe più amate e apprezzate del Novecento.
Nata a New York nel 1926 VIVIAN MAIER è stata scoperta pochi anni prima della sua scomparsa avvenuta nel 2009.
Fu infatti casualmente che il figlio di un rigattiere trovò, tra materiali espropriati acquistati in blocco dal padre, una cassa contenente centinaia di negativi e rullini ancora da sviluppare.
Venne a sapere che la proprietaria di quella cassa era Vivian Maier, donna che non aveva famiglia ed aveva lavorato per tutta la vita come bambinaia soprattutto nella città di Chicago.
Durante le giornate libere e i periodi di vacanza era solita scattare foto della vita quotidiana di città come New York, Chicago e Los Angeles e ciò che ha lasciato su quella cassa è uno degli esempi più interessanti e innovativi di Street photo.
La mostra è organizzata e realizzata da Chiara Campagnoli, Deborah Petroni e Rubens Fogacci di Pallavicini srl con la curatela di Anne Morin di DiChroma Photography sulla base delle foto dell’archivio Maloof Collection e della Howard Greenberg Gallery di New York.
La curatrice ha eseguito una selezione molto accurata tra le migliaia di fotografie a disposizione; verranno infatti presentate 111 fotografie in bianco e nero, più una meravigliosa selezione di 35 foto a colori, divise in sei sezioni per un’Antologica mai vista a Bologna così completa.
Novità assoluta a Bologna sarà la visione Super 8 che permetterà di seguire lo sguardo di Vivian Maier, che iniziò a filmare scene di strada, eventi e luoghi già nel 1960.
Maier filmava tutto ciò che la portava a un’immagine fotografica: osservava, si soffermava intuitivamente su un soggetto e poi lo seguiva.
Ha ingrandito il bersaglio per avvicinarsi da lontano, concentrandosi su un atteggiamento o un dettaglio, come le gambe o le mani delle persone in mezzo alla folla.
Il film è sia un documentario — un uomo arrestato dalla polizia o la distruzione causata da un tornado — sia un’opera contemplativa — lo strano corteo di pecore diretto ai mattatoi di Chicago.