16 sculture realizzare da Sauro Cavallini nei primi anni Sessanta e ispirate alla straziante esperienza della prigionia
Sauro Cavallini Opera di un internato. Sauro Cavallini Opera internato. dal 26 gennaio 2023 al 28 febbraio 2023. Esperienza della prigionia.Ideata dal centro Studi Cavallini e curata da Maria Anna di Pede.

Palazzo Guadagni Strozzi Sacrati, edificio storico monumentale affacciato su Piazza del Duomo a Firenze, fu costruito agli esordi del XVII secolo e progressivamente ampliato dalle famiglie che vi si insediarono.
Acquistato dalla Regione Toscana è ora sede della Presidenza di Regione.
Dal 26 gennaio 2023, nell’ambito degli eventi organizzati in occasione della Giornata della Memoria 2023, il Palazzo ospita la mostra
Sauro Cavallini. L’opera di un internato
ideata dal centro Studi Cavallini e curata da Maria Anna di Pede.
Sauro Cavallini (La Spezia 1927 – Fiesole 2016), uno degli artisti più significativamente prolifici della seconda metà del Novecento.
È noto per le sue sculture monumentali, alcune presenti in luoghi pubblici importanti:
- davanti al Palazzo del Consiglio d’Europa a Strasburgo,
- Nei giardini Grace Kelly nel Principato di Monaco,
- all’interno del palazzo del Governo a Bonn.
Cavallini conobbe l’orrore dei campi di internamento durante la Seconda Guerra Mondiale.
Nel settembre del 1943 all’età di 16 anni, fu arrestato dalla polizia fascista e recluso nel campo di Gradaro a Mantova, dove rimase per circa un anno.
I mesi di prigionia segnarono profondamente la vita di Cavallini.
Quando iniziò a praticare la scultura, gli incubi della prigionia si tradussero nelle sue prime opere d’arte che non avrebbe più ripetuto negli oltre 50 anni successivi.
Oggi quelle opere assumono un valore di testimonianza di un passato particolarmente doloroso e vengono proposte nella mostra nel palazzo della Regione.
Sono 16 lavori realizzati tra il 1961 e il 1963 in ferro e in ottone, che sono esposti per la prima volta a Firenze.
Si tratta di opere in ferro e in ottone, inedite per Firenze, ispirate alla straziante esperienza della prigionia, vissuta tra privazioni e paure.
Le sculture furono realizzate con la tecnica della “goccia su goccia” ovvero sciogliendo scarti metallici mediante fiamma ossidrica fino a creare l’opera.
Sono dedicate unicamente alla figura umana dove l’angoscia, la sofferenza, il grido di aiuto, sono leggibili in modo inequivocabile.
Le opere esposte in mostra fanno parte della collezione permanente della Casa Museo Sauro Cavallini di Fiesole, dove ha sede l’omonimo Centro Studi inaugurato nel 2017 e presieduto dai figli dell’artista Aine e Teo Cavallini.