Anche se i nostri occhi e la tecnologia vanno a caccia di mondi nuovi e sempre più lontani
Siamo sempre più soli nell’universo

Se Leopardi avesse visto il documentario trasmesso ieri sera a tarda ora da Focus, il suo pessimismo cosmico sarebbe aumentato.
Astronomi e astrofisici sono alla ricerca da tempo immemorabile di pianeti simili alla Terra, mondi dove sia possibile replicare la magica alchimia della vita.
Telescopi sempre più grandi e raffinati, alcuni orbitanti intorno al nostro pianeta, hanno scoperto che ci sono almeno cinquanta possibili Terre nella fetta di universo che riusciamo a perlustrare.
Ma nessuna, per un motivo o per l’altro, sembra l’esatta copia della nostra: con la giusta distanza dal sole, con un’atmosfera che la protegge, con un’abbondanza di acque e una molteplicità di forme di vita.
Si parla di ghiacci e di possibili batteri, di primordiali sussulti di una natura che nasce.
Più o meno come la Terra molti milioni di anni fa.
Nessuna forma umana, nessuna civiltà evoluta.
Insomma siamo sempre più soli nell’universo, anche se i nostri occhi e la tecnologia vanno a caccia di mondi nuovi e sempre più lontani.
Ma quello che stupisce, nella ricostruzione di Focus, è l’infinita combinazione di fattori che ha portato alla nascita della Terra.
Con Giove che ha cambiato orbita più volte, fino a creare una cintura protettiva intorno al nostro pianeta; con l’impatto del corpo celeste Theia che, scontrandosi con la Terra nascente, ha creato la Luna, cioè il perfetto equilibratore che scandisce il tempo e muove le maree.
Le leggi della fisica e la teoria del caos si intrecciano in questa storia affascinante che ha portato alla nascita di ciascuno di noi.
Tuffandoci nel buio dell’universo, ricaviamo una sensazione di provvisorieta’ e leopardianamente ci sentiamo soli e dimenticati.
Ma quel magico gioco di pianeti che si scontrano e di orbite che cambiano forse ha un architetto supremo.
L’unico capace di creare la vita.