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Giuseppe Tassi

Giuseppe Tassi

Siamo sempre più soli nell’universo

Anche se i nostri occhi e la tecnologia vanno a caccia di mondi nuovi e sempre più lontani

Siamo sempre più soli nell’universo

 

Harman Smith and Laura Generosa (nee Berwin), graphic artists and contractors to NASA's Jet Propulsion Laboratory., Public domain, via Wikimedia Commons
Harman Smith and Laura Generosa (nee Berwin), graphic artists and contractors to NASA’s Jet Propulsion Laboratory., Public domain, via Wikimedia Commons
Se Leopardi avesse visto il documentario trasmesso ieri sera a tarda ora da Focus, il suo pessimismo cosmico sarebbe aumentato.
Astronomi e astrofisici sono alla ricerca da tempo immemorabile di pianeti simili alla Terra, mondi dove sia possibile replicare la magica alchimia della vita.
Telescopi sempre più grandi e raffinati, alcuni orbitanti intorno al nostro pianeta, hanno scoperto che ci sono almeno cinquanta possibili Terre nella fetta di universo che riusciamo a perlustrare.
Ma nessuna, per un motivo o per l’altro, sembra l’esatta copia della nostra: con la giusta distanza dal sole, con un’atmosfera che la protegge, con un’abbondanza di acque e una molteplicità di forme di vita.
Si parla di ghiacci e di possibili batteri, di primordiali sussulti di una natura che nasce.
Più o meno come la Terra molti milioni di anni fa.
Nessuna forma umana, nessuna civiltà evoluta.
Insomma siamo sempre più soli nell’universo, anche se i nostri occhi e la tecnologia vanno a caccia di mondi nuovi e sempre più lontani.
Ma quello che stupisce, nella ricostruzione di Focus, è l’infinita combinazione di fattori che ha portato alla nascita della Terra.
Con Giove che ha cambiato orbita più volte, fino a creare una cintura protettiva intorno al nostro pianeta; con l’impatto del corpo celeste Theia che, scontrandosi con la Terra nascente, ha creato la Luna, cioè il perfetto equilibratore che scandisce il tempo e muove le maree.
Le leggi della fisica e la teoria del caos si intrecciano in questa storia affascinante che ha portato alla nascita di ciascuno di noi.
Tuffandoci nel buio dell’universo, ricaviamo una sensazione di provvisorieta’ e leopardianamente ci sentiamo soli e dimenticati.
Ma quel magico gioco di pianeti che si scontrano e di orbite che cambiano forse ha un architetto supremo.
L’unico capace di creare la vita.

Di Giuseppe Tassi

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