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Giuseppe Tassi

Giuseppe Tassi

Si chiama Enrico. Ha compiuto 105 anni. Il suo sorriso sotto la mascherina é il regalo più bello

Lui saluta con calore, stringe gli occhi in una fessura di gioia e conpiacimento e racconta di sé

Si chiama Enrico. Ha compiuto 105 anni. Il suo sorriso sotto la mascherina é il regalo più bello

Si chiama Enrico. Ha compiuto 105 anni il 2 novembre, il giorno dei morti. Il suo sorriso sotto la mascherina é il regalo più bello in questi giorni bui, percorsi dal virus della paura.
Ma non pensate che mi abbia rivolto quel sorriso con gli occhi lucidi da un letto di ospedale.
No, era seduto al bar Principe, come ogni giorno, con i segni della festa addosso: camicia bianca damascata, giacca buona e uno stricchetto ripescato dal guardaroba per l’occasione.
Enrico é un filo di ferro, sottile ed elegante, la mente lucidissima e le gambe che lo portano ancora dovunque.
Va al bar da solo due volte al giorno: attraversa la trafficatissima via Toscana con naturalezza assoluta e raggiunge il suo tavolino ad angolo, dove lo aspettano il figlio, vicino agli ottanta, e una processione di ragazze di ogni età, dai sedici anni a novanta, che lo salutano con tutto l’affetto possibile in tempo di Covid.
Lui saluta con calore, stringe gli occhi in una fessura di gioia e conpiacimento e racconta di sé.
La sua vita da ferroviere, la guerra, un ruolo di responsabilità allo scalo San Donato, le gioie di una famiglia che gli ha regalato un bisnipote da amare. E cinquant’anni da pensionato vissuti in un lampo.
Vedere Enrico, sentirlo parlare con serenità del suo futuro e di quello del mondo é un balsamo, una medicina che vale più di un cardiotonico.
Quest’anno, caro Enrico, il Covid ti ha rovinato la festa di compleanno.
Ma sono certo che per i 106 ti prenderai la rivincita.

Di Giuseppe Tassi

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