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Giuseppe Tassi

Riguardo il cielo e scopro all’improvviso il suo regalo meraviglioso

Tutto passa sotto questo cielo fermo, una vertigine temporale che mette i brividi

Riguardo il cielo e scopro all’improvviso il suo regalo meraviglioso

 

08 May 2021, Bavaria, Marktoberdorf: The crescent of the waning moon is behind a tree just before sunrise. Photo: Karl-Josef Hildenbrand/dpa
08 May 2021, Bavaria, Marktoberdorf: The crescent of the waning moon is behind a tree just before sunrise. Photo: Karl-Josef Hildenbrand/dpa

 

La vertigine temporale è un male di questa epoca vorticosa.
Un virus feroce e dolce, che ci coglie sempre impreparati.
Venti, trenta, quarant’anni passati in un lampo ci scorrono all’improvviso sotto gli occhi della mente: persone, luoghi situazioni, vite intrecciate.
Il nostro è un tempo accelerato, denso, un tempo che teme il vuoto, la stasi, l’inazione.
Così corriamo frenetici verso un domani indefinito, che subito diventa passato.
Per cogliere il senso di questa vertigine serve un momento di quiete, una pausa dei sensi, un rapimento estatico.
Come davanti a un cielo blu profondo, colorato dall’arancione intenso del sole che saluta.
Dall’oblo’ dell’aereo lo spettacolo è quello di una natura che sembra ferma, immobile con una mezza luna come sentinella appesa in cielo.
La stessa luna di Leopardi e del suo pastore errante dell’Asia.
Lei a contemplare in eterno le vicende dei mortali, algida, lontana, insensibile a patimenti e sofferenze.
Ma quella stessa luna fa da muto scenario alla catena dei ricordi che si snodano.
Mi rivedo bambino in cortile a imitare il mio idolo Yashin in una porta improvvisata e poi speaker alle Olimpiadi della parrocchia, dove sboccia la vocazione per il giornalismo.
Un balzo temporale mi proietta in un istante sotto il palco di Pertini al Mundial ’82.
E poi rivivo le mille trasferte, la magia di Istanbul, la scoperta della mia America, i sogni, le ansie, gli amori, il dono magnifico di un figlio.
Era ieri quando spingevo la sua carrozzina e oggi è un tentenne con la barba e il giornalismo nel sangue.
Tutto passa sotto questo cielo fermo, una vertigine temporale che mette i brividi.
Riguardo il cielo e scopro all’improvviso il suo regalo meraviglioso.
Nell’incanto del tramonto ho rivissuto una vita intera e la luna lassù non mi sembra piu’ così indifferente.

Di Giuseppe Tassi

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