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Giuseppe Tassi

Giuseppe Tassi

Il tempio di Bel a Palmira in Siria

Nell’agosto 2015 il tempio è stato distrutto dai militanti del gruppo terroristico Stato Islamico

Il tempio di Bel a Palmira in Siria

 

Bernard Gagnon, CC BY-SA 3.0 , via Wikimedia Commons
Bernard Gagnon, CC BY-SA 3.0 <https://creativecommons.org/licenses/by-sa/3.0>, via Wikimedia Commons

 

Ricordate lo scempio di Palmira in Siria?
Nell’agosto del 2015 il tempio di Bel, patrimonio Unesco e in magnifico stato di conservazione, fu distrutto dai militanti del gruppo terroristico Stato Islamico.
Qualche anno prima, quando quel monumento era parte della vita di Palmira, lo descrissi così.
Uno spicchio di luna nel blu della notte.
Nuvole di polvere si alzano improvvise fra le rovine di Palmira.
Ma non è una carovana con il suo carico di spezie.
Dal buio profondo esce un gruppo di bambini, le biciclette troppo grandi, governate con l’abilità di timonieri navigati.
Giocano a guardie e ladri fra i templi dove è passata la storia.
Sono rovine vive queste di Palmira, acompagnano le generazioni, rinnovano nel tempo il loro messaggio misterioso.
Questo non è un sito archeologico come un altro.
Qui visse la mitica Zenobia, regina guerriera e discendente di Cleopatra, in questo angolo dell’attuale Siria, le vestigia della civiltà romana hanno radici lontane e profonde.
Il tempio di Bel, dedicato alla divinità mesopotamica adorata dalla regina Zenobia, era il centro della vita religiosa.
Oggi è la meta di tutti: dei turisti, che ne indagano ogni angolo, dei bambini che ne fanno teatro dei loro giochi.
Sono rovine di famiglia, pietre che parlano al cuore, squarci di storia: rilanciano l’eco di un mondo che vuole continuare a vivere dentro di noi.
Quelle biciclette e quei ragazzi che ridono sotto la luna, fra le colonne del tempio, non sono un gesto di profanazione ma un segno di amore.

Di Giuseppe Tassi

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