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Giuseppe Tassi

Addio Romano Fogli, guerriero gentile, ultimo eroe dello scudetto 63-64

Sei sempre rimasto Romanino il mediano del cuore , il guerriero gentile

Addio Romano Fogli, guerriero gentile, ultimo eroe dello scudetto 63-64

 

Former Bologna’s player Romano Fogli (L) and famous singer Gianni Morandi during the Italian serie A soccer match Bologna F.c. vs Milan at “Dall’Ara” stadium in Bologna, Italy, 29 April 2018. ANSA/GIORGIO BENVENUTI

 

Addio Romano, guerriero gentile, ultimo eroe dello scudetto 63-64, quello del caso doping, dello spareggio all’Olimpico.
Il Bologna cominciò a vincerlo con quel tuo calcio di punizione dal limite, un destro preciso e pungente che infilo’ Sarti e mise in ginocchio l’Inter euromondiale di Mago Herrera.
Tu Romano, per tutti Romanino, esultasti con un salto di gioia liberatoria.
E l’Olimpico rossoblu sventolo’ la sua passione.
Eri l’ultimo superstite dei cavalieri che fecero l’impresa, hai visto andarsene uno dopo l’altro Bulgarelli e Nielsen, Haller e Pascutti, Perani e il tuo grande amico Janich, fino al capitano Pavinato.
Tu, sottile e duro come il ferro, sembravi inossidabile al tempo, il tuo sorriso schivo, le rughe di espressione e quei capelli sempre in ordine che avevano preso il colore della cenere.
Toscano di nascita, sei stato adottato da Bologna cone uno dei suoi figli più cari.
Perché eri insieme guerriero e gentiluomo, mediano di lotta ma dal piede raffinato.
Eri la spalla perfetta per il genio di Bulgarelli ma anche il suo metronomo.
Donavi tempo ed equilibrio alla manovra del Bologna con classe innata da talento naturale.
Ma eri pure un maratoneta un cursore instancabile.
Ti ricordo in una esibizione di vecchie glorie allo stadio, a quasi 70 anni, scivolare in velocità come su un tappeto magico: imprendibile per chiunque, inafferrabile come un eterno vento di primavera.
Piacevi a tutti Romano, in campo e fuori, per la tua faccia pulita, i modi misurati, le dichiarazioni mai sopra le righe.
Volerti bene era naturale come applaudirti quando ti rimboccavi le maniche per comunicare alla squadra che quello era il momento di fare sul serio.
Allo scudetto con il Bologna hai aggiunto, negli anni milanisti, una Coppa campioni e una Intercontinentale, eppure non hai mai vestito i panni del fenomeno.
Sei sempre rimasto Romanino il mediano del cuore , il guerriero gentile.
Così attaccato e fedele alla maglia rossoblu da soccorrere, insieme al fratello Janich, un Bologna morente che precipitava in C (92-93).
Un’ impresa disperata e purtroppo fallita, nella quale ti buttarsi col cuore in mano.
Grazie di tutto Romanino, saluta Giacomo e gli altri. E se lassù, nel Paradiso vero, c’è una punizione da battere, chiedi tu la palla.

Di Giuseppe Tassi

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