Quattro artisti internazionali chiamati propongono con le loro opere una rilettura degli ambienti e delle atmosfere speciali dei Sassi di Matera
Fondazione Southeritage di Matera ospita la mostra Apparati contemporanei, aperta al pubblico fino al 10 agosto
La FONDAZIONE SOUTHERITAGE per l’arte contemporanea è stata istituita nel 2003 dalla Società Agraria Bgreen, come espressione di una filosofia imprenditoriale che considera la valorizzazione della creatività contemporanea e del presente avanzato un requisito necessario per il pieno assolvimento della funzione sociale dell’impresa, al proprio interno e verso il contesto di riferimento.
La Fondazione SoutHeritage è attualmente ospitata nella suggestiva “Cappella dei Sette Dolori” dedicata all’iconografia della “Madonna dei Sette Dolori“, una cappella gentilizia – ristrutturata da SoutHeritage e adibita a sede espositiva – facente parte di un edificio risalente al XVI secolo tra i pochi esempi di architettura palaziale di pregio presenti nello storico quartiere dei Sassi.
Dal 29 giugno 2024 la fondazione presenta nel suo spazio espositivo la mostra Apparati contemporanei un progetto espositivo che intende offrire una rilettura degli ambienti e delle loro atmosfere attraverso il lavoro degli artisti ROBERT BARRY, JOACHIM MOGARRA, VERA MOLNÁR, GABRIEL OROZCO.
Con le loro opere tenute insieme da una scenografia aperta, l’esposizione, attraverso gli universi di ciascun artista e senza dettare un tema specifico o collegare artificialmente le loro pratiche artistiche, mette al centro il punto di vista del fruitore non più̀ chiamato a comprendere solo un sistema di rappresentazione come la “storia”, l’“arte” o la “storia dell’arte” ma anche le singole opere quali “meccanismi di significato”.
In questo ambito interrogandosi sul ruolo dell’informazione culturale, la fondazione ha inteso fare del visitatore un partecipante attivo e critico pensando al progetto espositivo come strumento di inclusione e conoscenza che accompagna il pubblico in un percorso multidirezionale che trasforma la mostra in una sorta di “spazio critico” in cui le opere sono lasciate aperte all’approccio individuale.
Così, tematiche afferenti al nostro tempo quali: tecnologia, comunità, ecologia, colonialità, identizzazione, si manifestano senza essere dichiarati in un’esposizione che intreccia una svariata trama di temi e aspetti dell’arte e della contemporaneità̀, in maniera fluida e complessa al tempo stesso.
Sulla base di un concetto di campionatura di alcune forme di visualizzazione alla base di numerose produzioni artistiche contemporanee, le opere mirano dunque alla strutturazione di una mostra non solo intesa come ostensione di lavori e riflessione su vari linguaggi e temi, ma soprattutto come un momento dialogico-riflessivo e esperienza di autoformazione del pubblico, un catalizzatore che impegna il fruitore a ricercare nuove strutture di conoscenza e orizzonti d’interpretazione che rimandano ad una visione più aperta e consapevole della proposta culturale.
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