Inaugurata la prima delle tre mostre che la Galleria IN’EI presenta a Venezia in concomitanza con Biennale Architettura 2023
JIN HEE PARK 박진희 I BEARABLE LIGHTNESS OF BEING: HANJI SOBAN – Mostra Venezia
VENEZIA – IN’EI gallery Riva del Vin -San Polo 1100
Dal 17/05 al 24/06/2023
IN’EI è una galleria specializzata in arte e design dell’Asia orientale – in particolare Cina, Corea e Giappone – con l’obiettivo primario di creare un dialogo aperto tra culture diverse e aspirare a diventare un punto di riferimento per gli amanti di questi mondi.
Dal 17 maggio la galleria ospita, negli spazi di Palazzo Ravà in Riva del Vin, con avvio nei giorni della Biennale Architettura 2023, la mostra JIN HEE PARK 박진희 I Bearable Lightness Of Being: Hanji Soban a cura di Jin Baek.
JIN HEE PARK è un’architetta coreana, laureata a Seul e ad Harvard, premiata con l’American architecture gold Prize e protagonista del Padiglione Nazionale della Corea alla Biennale Architettura del 2016.
La mostra è la prima delle tre iniziative che la galleria IN’EI propone in ideale accompagnamento alla biennale Architettura 2023.
Dopo Bearable Lightness Of Being: Hanji Soban, prima mostra che si chiude il 24 giugno seguiranno infatti le mostre:
The Floating Realm dello studio h220430, a cura dell’architetto giapponese Satoshi Itasaka, dal 30 giugno al 20 agosto e Grafting dell’architetto-falegname Fumihiko Sano, a cura di Hiroki Yamamoto dal 30 agosto al 30 settembre 2023.
Bearable Lightness Of Being: Hanji Soban porta un affondo sulla cultura coreana.
In particolare, Jin Hee Park ha voluto esplorare le possibilità del design della tavola, attraverso il quale far conoscere anche la cultura legata al mondo della tradizione coreana.
In Corea, infatti, lo stile di vita familiare tradizionale prevede che i pasti vengano consumati nella stanza personale; quindi, il cibo viene spostato nella stanza con un tavolo chiamato “soban“.
Nei tempi passati, le donne lavoravano in cucina e si riunivano in una stanza separata per mangiare, mentre gli uomini consumavano i pasti su questo particolare tavolino.
Il soban può quindi essere visto come uno dei simboli della cultura patriarcale coreana.
I tavoli Hanji Soban ideati per questa mostra hanno un piano superiore sostenuto da quattro sottili gambe, in una forma che vuole porsi come metafora del rapporto tra i generi nel passato, ma cercando di fondere l’unicità della tradizione coreana con valori e forme totalmente contemporanei.
Questa mostra inoltre reinterpreta l’utilizzo della carta tradizionale coreana hanji e della lacca per arrivare a un’estetica unica, che varia in trasparenza e seconda della luce; e immerge lo spettatore nella poetica dell’architetta, attraverso le coordinate legate al materiale e alla cultura casalinga coreana, che preparano lo sguardo ai diversi Hanji Soban di varie altezze e dimensioni.
Apparentemente fragili e delicati, eppure straordinariamente forti, tenaci e duraturi si presentano i tavoli realizzati utilizzando Hanji, metafora tangibile dell’ethos coreano che combina morbidezza in superficie e tenacità persistente in profondità.