VENEZIA, 23.04 - 27.11 2022

BIENNALE ARTE 2022

IL LATTE DEI SOGNI

PADIGLIONE UNGHERIA – Dopo i sogni: ho il coraggio di sfidare i danni – BIENNALE ARTE 2022

PADIGLIONE UNGHERIA - Dopo i sogni: ho il coraggio di sfidare i danni - BIENNALE ARTE 2022
PADIGLIONE UNGHERIA - Dopo i sogni: ho il coraggio di sfidare i danni - BIENNALE ARTE 2022

Sede

  • GIARDINI

Curatore

  • Mónika Zsikla

Commissario

  • Julia Fabényi

Artista

  • Zsófia Keresztes

Il Padiglione dell’Ungheria ai Giardini della Biennale propone la mostra “Dopo i sogni: ho il coraggio di sfidare i danni”, installazione site-specific a più sculture create appositamente per la Biennale Arte 2022 da Zsófia Keresztes.

La sua opera si dedica alle tappe della ricerca dell’identità. Il suo concetto risale al dilemma del porcospino di Schopenhauer. La metafora usata spesso dal filosofo e poi da Freud e dai rappresentanti della psicologia moderna ha l’intenzione di dare un’idea della natura dell’intimità. L’uomo, come creatura sociale, non è capace di vivere da solo, di conseguenza cerca continuamente altri con cui può dividere i suoi pensieri, sentimenti e amore.

Nata nel 1985 a Budapest, dove attualmente vive e lavora, Zsófia Keresztes si è laureata presso il Dipartimento di Pittura dell’Accademia Ungherese di Belle Arti nel 2010.

Durante gli anni universitari ha sperimentato lo spostamento del piano dell’immagine in 3D, poi ha creato architetture tessili.

Ha poi lavorato sulla formabilità della carta, creando installazioni per lo più determinate dal loro carattere effimero.

Dal 2016 ha trovato il materiale del polistirolo, che da allora è diventato il materiale base delle sue sculture, così come il mosaico di vetro che forma la struttura a guscio delle sculture.

Le sue opere possono essere interpretate come mosaici incarnati che combinano in modo unico sensualità e virtualità, analogo e digitale, reale e surreale: creando un linguaggio visivo arcaico, ma allo stesso tempo straordinariamente contemporanee.

L’installazione per il Padiglione ungherese si ispira a un episodio del romanzo di Antal Szerb, Il viaggiatore e il chiaro di luna del 1937.

Il protagonista del romanzo, arrivando da Venezia a Ravenna in occasione del suo viaggio di nozze, parte da solo per scoprire i mosaici ravennati, per evocare la propria infanzia.

Il dilemma del porcospino si adatta perfettamente alla storia del romanzo: i ricordi delle culture antiche riportano il protagonista non soltanto a ciò che l’individuo trae la sua identità dal proprio contesto sociale-culturale, ma anche a ciò che il suo presente costruisce inevitabilmente sui frammenti del passato.

L’esposizione non parafrasa la trama del romanzo, ma utilizza come analogia poetica l’esperienza mistica che il protagonista vive durante il suo incontro con i mosaici, il momento di fare esperienza, quando il sentimento di completezza esplode e la visione del mondo, fino a quel punto considerata solida, diventa incerta. Allo stesso tempo, tramite il dubbio, l’uomo può diventare capace di affacciarsi a sé stesso vivendo in eterno cambiamento.

La mostra, in quattro unità più grandi, interroga sia l’ambivalente relazione tra il passato/presente e il futuro che le tappe tramite le quali la gente delinea la propria identità.

Liberati nella reciproca riflessione dai pesi delle esperienze comuni e individuali, i frammenti del corpo reciprocamente referenziati – separati ma esistenti come una comunità – tentano di raggiungere la loro forma finale.

 

ORARI DI APERTURA

Giardini e Arsenale

  • dal 23 aprile al 25 settembre, ore 11.00 – 19.00
  • dal 27 settembre al 27 novembre, ore 10.00 – 18.00
  • Chiuso il lunedì (tranne i lunedì 25 aprile, 30 maggio, 27 giugno, 25 luglio, 15 agosto, 5 settembre, 19 settembre, 31 ottobre, 21 novembre)
  • NB: solo sede Arsenale, fino al 25 settembre: venerdì e sabato apertura prolungata fino alle ore 20

La 59. Esposizione Internazionale d’Arte si svolge dal 23 aprile al 27 novembre 2022 (pre-apertura 20, 21 e 22 aprile), curata da Cecilia Alemani. “Come prima donna italiana a rivestire questa posizione, mi riprometto di dare voce ad artiste e artisti per realizzare progetti unici che riflettano le loro visioni e la nostra società”, ha dichiarato Alemani. Cecilia Alemani è una curatrice con all’attivo numerose mostre su artisti contemporanei, responsabile e capo curatore di High Line Art, programma di arte pubblica della High Line, il parco urbano sopraelevato di New York, nonché già curatrice del Padiglione Italia alla Biennale Arte 2017.