Il padiglione dei paesi nordici a Venezia è un progetto del norvegese Sverre Fehn.
Completata nel 1962.
La struttura espositiva è una delle più celebrate e visitate dei Giardini della Biennale di Venezia.
Il Padiglione, ampio e luminoso, da allora accoglie le partecipazioni nazionali di Norvegia, Svezia e Finlandia.
Alla 59^ Biennale di Venezia, il Padiglione nordico è stato ribattezzato Padiglione Sámi per celebrare la sovranità del popolo indigeno Sámi, la cui nazione si estende attraverso i paesi nordici e nella penisola di Kola in Russia.
Non, quindi, le tre esposizioni nazionali nello spazio comune ma un allestimento unico.
I visitatori dell’edizione 2022 della Biennale di Venezia hanno pertanto l’opportunità di conoscere gli artisti Sámi chiamati a rappresentare la loro patria, originariamente concepita come una terra senza confini.
Il Padiglione SAMI rappresenta quasi una loro riappropriazione attraverso un simbolico capovolgimento delle rivendicazioni coloniali che hanno cercato di cancellare la terra e la cultura Sámi.
Gli artisti indigeni sono:
Pauliina Feodoroff, nata nel 1977 nella parte finlandese della terra dei Sámi denominata Sápmi, è una regista teatrale, artista e custode della natura Skolt Sámi di Keväjäu’rr nella parte finlandese di Sápmi e Suõ ́nnjel, nella parte russa.
L’artista si esprime attraverso video e performance di danza Matriarchy.
Máret Ánne Sara, nata nel 1983 nella parte norvegese di Sápmi, è un’artista, membro fondatore del Collettivo di artisti Dáiddadállu a Guovdageaidnu, che fa parte di una nuova generazione di artisti Sámi che lavorano per mantenere e migliorare i diritti delle comunità Sámi.
L’artista presenta le sue delicatissime strutture sospese composte da interiora di renna.
Anders Sunna, nato nel 1985, è un artista del Sámi settentrionale di una famiglia di pastori di renne a Kieksiäisvaara, nella parte svedese di Sápmi.
Le sue opere d’arte, monumentali serie di college, raccontano la storia della violenza e dell’oppressione contro il popolo Sami e affrontano in modo molto specifico la lotta quinquennale della sua famiglia per il loro diritto e il riconoscimento di essere pastori di renne della foresta.
I tre artisti affrontano temi ecologici particolarmente urgenti per i loro territori, come la deforestazione e la governance dell’acqua.
Una pietra miliare della loro produzione è l’autodeterminazione degli indigeni Sami e delle loro attività tradizionali che sono fondamentali per la loro esistenza, come l’allevamento delle renne e la pesca.