Il Padiglione della Lettonia alla 59^ Biennale Arte di Venezia è rappresentato dalla coppia di artisti e Melissa D. Braden, conosciuti come Skuja Braden.
Quindi Skuja Braden è contemporaneamente una persona fittizia, un noto artista che ha rubato le identità individuali dell’artista lettone Ingūna Skuja e dall’artista californiana Melissa Braden.
Per la mostra Selling Water by the River” Skuja Braden si è ispirato all’affermazione di James Baldwin in “Giovanni’s Room” (1956): “Forse la casa non è un luogo ma semplicemente una condizione irrevocabile”.
Inoltre, l’idea di trasformare il proprio spazio abitativo in un luogo di dibattito pubblico pare sia nata a seguito di un soggiorno in un monastero buddista zen in California.
La mostra presenta un’installazione multistrato che mappa le aree mentali, fisiche e spirituali dell’essere e del sé all’interno della casa degli artisti.
Per il padiglione Skuja Braden si è ispirato all’affermazione di James Baldwin in “Giovanni’s Room” (1956): “Forse la casa non è un luogo ma semplicemente una condizione irrevocabile“.
La mostra presenta un’installazione multistrato che mappa le aree mentali, fisiche e spirituali dell’essere e del sé all’interno della casa degli artisti, una casa che è spazio ridotto colmo di oggetti colorati e inusuali.
In realtà molti dei circa 300 manufatti in porcellana esposti hanno le stesse funzionalità degli oggetti di uso quotidiano: sono lampade, brocche, vasi, specchi, ma hanno subito una metamorfosi, ci scrutano con le loro centinaia di occhi, con bocche e denti che in alcuni casi urlano, in altri sorridono.
Attraverso questa mostra, gli artisti vogliono gettare luce su ciò che modella la nostra comprensione dello spazio pubblico e privato e qual è il nostro ruolo nella costruzione di questi punti di vista.