La curatrice del Padiglione dell’Estonia presenta alla Biennale 2022 la mostra Orchidelirium: An Appetite for Abundance, una mostra che propone diversi media, installazione, film, fotografia, performance, per creare un ponte tra passato e presente, attraverso la lente della botanica di area coloniale e delle sue ramificazioni sociopolitiche.
La mostra si ispira alla storia dell’artista estone del XIX secolo Emilie Rosalie Saal.
Il suo lavoro di artista della flora botanica tropicale e di viaggiatrice del mondo è diventato un caso di studio per storie intrecciate di autodeterminazione, esperienze coloniali, strutture neocoloniali, botanica, scienza e arte.
Le artiste Kristina Norman e Bita Razavi hanno utilizzato l’orchidea come simbolo dello sfruttamento ecologico coloniale per esplorare criticamente i paesaggi e per produrre un ambiente coinvolgente, caratterizzato da una trilogia di film di Kristina Norman e uno spazio performativo nell’intervento di Bita Razavi.
Kristina Norman (1979) è un’artista e documentarista che vive e lavora a Tallinn.Nei suoi lavori l’artista esplora le traiettorie convergenti dell’identità nazionale, della politica della memoria e dello spazio pubblico.
Bita Razavi (1983) è un’artista multidisciplinare nota soprattutto per la sua pratica di autofiction incentrata su osservazioni e riflessioni su una varietà di situazioni quotidiane.
Corina L. Apostol (1984) è curatrice presso la Tallinn Art Hall e co-curatrice e coordinatrice del progetto di ricerca collaborativo internazionale basato sulla pratica, “Beyond Matter—Cultural Heritage on the Verge of Virtual Reality”.
Emilie Rosalie Saal (1871–1954) è nata a Tartu, ha studiato arte a Pietrogrado (San Pietroburgo), poi ha raggiunto il marito Andres Saal a Java tra il 1899 e il 1920, sviluppando in Indonesia le sue ricerche ed esperienze artistiche.