Il Padiglione Nazionale della Bolivia alla 59^ Esposizione Internazionale d’Arte della Biennale di Venezia ha trovato sede in uno spazio denominato Artspace4rent, ubicato in Fondamentai san Andrea a Cannaregio, con locali al piano terra con accesso direttamente sulla calle.
Il Padiglione della Bolivia è stato affidato dal commissario, l’artista indigeno Mamani Mamani, indicato nei documenti della Biennale come Roberto Aguilar Quisbert, al collettivo multidisciplinare di artisti Warmichacha.
Un collettivo composto principalmente da antropologi, musicisti, filosofi e poeti ventenni, con poca o nessuna esperienza con mostre internazionali.
Il fatto poi che non siano nemmeno artisti ha provocato non poche polemiche nell’ambiente artistico boliviano.
In ogni caso il risultato del lavoro di questo collettivo è la mostra Wara Wara Jawira / Fiume di stelle, un’installazione sonora-visiva e plastica composta da una scultura metallica, proiezioni audiovisive e 25 opere individuali di ciascun membro del gruppo.
L’opera rappresenta una parte del cosmo, non come un’opera d’arte ma come una visione collettiva che indaga le periferie e le crepe dei discorsi dominanti e propone un diverso punto di partenza, un paradigma introspettivo, da una cultura viva e ancestrale, con una visione del mondo mistica e animista, come la visione del mondo indigena.
Wara Wara Jawira si ispira al tempo e allo spazio della cultura andina, alla saggezza ancestrale riflessa nella Via Lattea.