- Sede: presso sede UNESCO Regional Bureau for Science and Culture in Europe, Palazzo Zorzi, Castello 4930
- Commissario: Dita Starova Kjerimi, National Gallery of the Republic of North Macedonia
- Curatori: Bekir Ademi e Jordan Šišovski
- Espositori: Bekir Ademi, Jordan Šišovski, Ana Rafailovska, Amine Ademi, Enis Abovski, Atanas Naumovski, Enes Sever, Dren Nevzati, Gavril Boshkovski, Elmedina Hasani, Nita Çavolli, Aida Bakalli Salihu, Ivana Chaloska
Il Padiglione
Che cosa significa architettura, oggi?
Al centro del progetto espositivo della Macedonia del Nord c’è la volontà di stimolare una meditazione su queste domande.
Mentre all’umanità si apre lo sguardo verso Spazio aperto del Cielo, cresce la necessità di portare la nostra attenzione su noi stessi e sull’incapacità di sfuggire allo sguardo sempre presente di quanti ci circondano.
Ma mentre il Cielo che si apre all’osservazione diventa sempre più palese, o così pare, la Terra, che osserviamo continua a rappresentare ciò che è celato.
Il nostro Suolo è la Terra o il Cielo?
Per affrontare simili quesiti il padiglione macedone invita ad osservare le origini dell’architettura.
Al posto del pensiero calcolante, dobbiamo aprirci al pensiero meditativo.
Dobbiamo stare saldamente al Suolo, ma aperti al Cielo.
Architettura e filosofia, fare e pensare, materiale e spirituale diventano parametri di riflessione e il sottile riferimento alla grotta di Platone diventa quasi un invito agli architetti a ripensare la propria professione e orientare il lavoro ad un più intenso rapporto con la verità, che richiama anche la cultura e la civiltà su cui l’azione dell’architetto da sempre ha lasciato il suo segno.
Allora il Padiglione pone la stimolante domanda:
Come dovrebbe rispondere l’architetto alla tendenza di progettare le grotte di Platone contemporanee?
Nel sito ufficiale della Biennale (Biennale Sneak Peek), il padiglione macedone viene presentato con queste due immagini
Immagine 1 – Come vivremo insieme?
Contrariamente alle barriere individuali, una struttura eterica riconosce la libertà di movimento e amministra il processo dell’entropia, mirando all’insieme applicativo randomizzato.
Immagine 2 – Anteprima del progetto
Immagine di un regno visivo, il presente e l’assente, l’imminente e il lontano, il percepito e l’immaginato si fondono insieme