Piero Dorazio è stato uno dei massimi rappresentanti dell’astrattismo europeo.
Piero Dorazio – la nuova pittura Opere 1963-1968
Dal 1968, anno della fondazione, la Galleria dello Scudo si occupa di arte moderna e contemporanea italiana.
In collaborazione con enti pubblici ha organizzato importanti rassegne di carattere strettamente scientifico, che per il taglio inedito hanno suscitato viva attenzione di critica e di pubblico.
La Galleria dello Scudo gode di notevole prestigio internazionale e ha collaborato per mostre con istituzioni come la Tate Gallery di Londra, la Phillips Collection di Washington, il Metropolitan Museum e il Solomon R. Guggenheim Museum di New York, il Musée d’Orsay e il Musée d’Art Moderne de la Ville de Paris di Parigi.
Dal prossimo 16 dicembre, alla Galleria dello Scudo di Verona è in programma una mostra imperniata su una selezione di opere di Piero Dorazio eseguite tra il 1963 e il 1968.
Piero Dorazio (Roma, 1927 – Perugia, 2005) è stato uno dei massimi rappresentanti dell’astrattismo europeo, corrente artistica alla quale si avvicina a metà Novecento.
Le sue opere si caratterizzano per l’uso di linee, geometrie e colori; tutti elementi che diventeranno la sua cifra stilistica, grazie anche ad un attento studio e suddivisione degli spazi.
Dorazio trova una chiave di lettura dell’arte astratta, affermando che il quadro astratto non rappresenta altro che sé stesso, poiché costituito da elementi della visione: colore, spazio, materia, dimensioni e movimento concorrono a trasmettere sensazioni ed emozioni.
L’arte si sintetizza nella rappresentazione dell’irreale, che, però, è in grado di emozionare e trasmettere sensazioni vere.
Di conseguenza l’arte non figurativa è sempre astrazione poiché attraverso di essa è possibile creare delle immagini grazie agli elementi della visione.
La mostra Piero Dorazio – la nuova pittura – Opere 1963-1968 presenta opere nelle quali la struttura a trama reticolare dei lavori datati 1959-1963 cede il passo a un nuovo equilibrio compositivo.
Una ricerca che manifesta, dunque, una rinnovata libertà inventiva: sono gli anni della Pop Art e dei forti contrasti sociali che animano le giovani generazioni.
Dorazio riprende queste sollecitazioni e le rilancia in una pittura sentita come campo di tensioni e di invenzioni, pur in stretta correlazione sia con i riferimenti imprescindibili delle avanguardie storiche (il futurismo, innanzitutto, il suprematismo di Kazimir Malevič e il neoplasticismo di Piet Mondrian) sia con la produzione artistica e teorica del suo recente passato.
La mostra è realizzata con la supervisione scientifica di Francesco Tedeschi, autorevole storico dell’arte e curatore del Catalogo ragionato dell’artista promosso dall’Archivio Piero Dorazio e pubblicato da Skira, editore anche del volume che accompagna l’iniziativa.
L’esposizione, co-prodotta con i Musei Civici di Verona, organizzata in collaborazione con l’Archivio Piero Dorazio, è in programma a Verona oltre che nella sede di Galleria dello Scudo anche presso la Galleria d’Arte Moderna Achille Forti.