A Ginevra la retrospettiva di Olivier Mosset uno dei pochissimi pittori europei a inserirsi nella tradizione americana della pittura su larga scala
OLIVIER MOSSET
Fin dalla sua apertura nel 1994, il MAMCO di Ginevra (Musée d’art moderne et contemporain), ha sviluppato una forma originale di museografia.
La concezione del museo come una “mostra globale” che riunisce, nella continuità di una visita, mostre temporanee e rinnovate presentazioni delle sue collezioni permanenti ha sempre caratterizzato la sua programmazione;
In questo modo gli artisti delle mostre temporanee dialogano con le collezioni permanenti.
Gli spazi del MAMCO si estendono su 3.500 m2, che lo rendono il più grande museo dedicato all’arte contemporanea in Svizzera.
Fino al 6 dicembre il Museo ospita una retrospettiva dell’artista svizzero (Berna 1944) che attraversa quasi sei decenni di attività.
Olivier Mosset è una delle figure centrali nella pittura astratta del dopoguerra e un riferimento fondamentale per generazioni di pittori europei e americani.
Attivo fin dagli anni Sessanta, la sua vasta serie di dipinti circolari, eseguiti a cavallo tra ‘60 e ’70, è tra le opere più discusse di quell’epoca.
Nel clima inebriante di Parigi prima del maggio ’68assieme ai pittori Daniel Buren, Michel Parmentier e Niele Toroni organizzò “manifestazioni” piuttosto che mostre e assieme adottarono una posizione contraria alla tradizione europea di “pittura coltivata”, sia figurativa che astratta.
Mosset si trasferì negli Stati Uniti nel 1977 e faceva parte della vibrante scena artistica di New York degli anni ’80.
I suoi dipinti successivi esplorano l’astrazione monocromatica e geometrica, con tutto il rigore analitico delle sue prime opere.
Con il senno di poi, Mosset emerge come uno dei pochissimi pittori europei a inserirsi nella tradizione americana della pittura su larga scala