Venti opere a olio di Carlo Mattioli, uno dei maestri italiani dell’arte del Novecento, dialogano con La Canestra di frutta di Caravaggio
MATTIOLI/CARAVAGGIO The lightful fruit
La Pinacoteca Ambrosiana fu istituita nell’aprile del 1618, quando il Cardinale Federico Borromeo donò la sua collezione di dipinti, statue e disegni alla Biblioteca Ambrosiana, da lui stesso fondata nel 1607.
Dal 7 maggio lo spazio dedicato a mostre temporanee presenta la mostra Mattioli/Caravaggio. The lightful fruit.
Ideata ed organizzata dalla Fondazione Carlo Mattioli di Parma, l’esposizione presenta venti dipinti a olio che favoriscono la conoscenza dell’opera e del processo creativo del pittore emiliano attraverso il profondo dialogo con il capolavoro caravaggesco e faranno sentire l’eco contemporanea dell’originale, a quattrocento anni dalla sua creazione.
Nato a Modena nel 1911 è stato uno dei maestri più significativi dell’arte italiana del Novecento.
Le sue numerose partecipazioni alla Biennale di Venezia sono il riconoscimento del valore della sua ricerca.
Il coraggio di confrontarsi con un maestro assoluto come Caravaggio e con una delle sue opere più iconiche, sta all’origine di un ciclo di dipinti e disegni che Mattioli volle presentare proprio alla Biennale di Venezia del 1968, ma che rimase visibile solo il giorno dell’inaugurazione, a causa della contestazione sociale e politica che si sviluppò in quell’anno e che coinvolse anche settori come la cultura e l’arte.
I Cestini del Caravaggio di Carlo Mattioli tornarono così al silenzio dello studio in cui erano nati.
Ora vengono riproposti, proprio a fianco dell’opera di Caravaggio per mostrare tutta la loro forza innovativa.