La rivoluzione del futurismo: Ivanhoe Gambini alla LeoGalleries
Scopri il futurismo di Ivanhoe Gambini a LeoGalleries. Opere che incarnano lo spirito futurista. Arte che non può essere separata dalla vita
Con grande entusiasmo, LeoGalleries accoglie l’artista futurista, grafico e architetto Ivanhoe Gambini. Nato a Busto Arsizio nel 1904, Gambini è l’emblema del futurismo, un movimento artistico in cui “l’arte non può essere separata dalla vita”, secondo le parole di Marinetti.
La mostra “Il dinamismo futurista di Ivanhoe Gambini“, curata da Maurizio Scudiero, presenta una serie di opere che incarnano lo spirito futurista. Come sottolinea il curatore, “Gambini è noto per le sue linee essenziali, i volumi definiti e i colori brillanti. Le sue bozze rivelano una certa fluidità, dato che fu uno dei primi artisti italiani ad adottare la tecnica dell’aerografo“.
L’esposizione offre l’opportunità di ammirare vari progetti pubblicitari realizzati da Gambini negli anni ’30. Questi includono copertine di libri (Filmindustria, la Patente automobilistica) e riviste, come la sua collaborazione con la rivista del Club Alpino Italiano, oltre alle illustrazioni create per riviste nautiche, di architettura e naturalistiche. Il suo contributo al futurismo si riflette anche nelle sue opere di aeropittura, che sono parte integrante della mostra.
Tra le opere esposte, spiccano pezzi iconici come l’idrovolante rosso che celebra il record di velocità stabilito da Francesco Agnello nel 1934 sul Lago di Garda. Altre opere degne di nota includono “Ancillotto“, che raffigura un attacco aereo su Draken durante la Prima Guerra Mondiale, e il famoso “Quota 3000” del 1933. La mostra presenta anche una serie di ceramiche che evidenziano la versatilità di Gambini e l’influenza del futurismo in vari aspetti della vita.
Gambini, che era rimasto nascosto al pubblico per decenni, è stato rivalutato a metà degli anni ’80 quando la contessa Maria Fede Caproni e lo stesso Scudiero lo coinvolsero in nuove mostre futuriste dopo cinquant’anni. Gambini è scomparso a Busto Arsizio nel 1992.