Un’opera dell’architetto che primo in Italia fece conoscere il pensiero e l’opera di uno dei maestri dell’architettura del Novecento, Frank Lloyd Wright
a cura di Mattia Cocozza
Due vele come riparo. Villa von Saurma a Termini di Sorrento di Bruno Morassutti (1962-64)
PETIT TOUR è un’iniziativa dell’Archivio progetti dell’Università di Architettura (IUAV) di Venezia che presenta online pillole di architetti famosi, che stimolano il desiderio di approfondimento e di conoscenza, aiutano il lavoro di ricerca e concorrono ad incrementare la sensibilità dei nuovi architetti ai valori del costruire nel terzo millennio.
L’ultima mostra virtuale aperta è dedicata a Bruno Morassutti nato a Padova nel 1920 e morto a Belluno nel 2008.
Laureato allo IUAV di Venezia nel primissimo secondo dopoguerra, è uno dei pochi italiani ad aver frequentato lo studio/scuola di Frank Lloyd Wright, figura chiave dell’architettura del Novecento.
Bruno Morassutti è stato quindi uno dei primi testimoni in Italia delle architetture di Frank Lloyd Wright, documentate in centinaia di diapositive scattate durante il soggiorno negli States del 1949-1951 e pubblicate allora in Italia.
La mostra virtuale proposta dall’archivio Progetti dello IUAV presenta il lavoro progettato da Morassutti con lo studio Favini tra il 1962 e il 1964 per Villa Von Saurma a termini di Sorrento.
Due bianche vele dall’intradosso convesso si librano, come sospese, su recinti di pietra locale e vetro.
I due leggiadri diaframmi orizzontali a pianta quadrata, vessillo dell’innovazione tecnica del cemento armato e della lezione appresa dal maestro Frank Lloyd Wright, offrono in tal modo uno straordinario riparo all’uomo moderno, inquadrando la prospiciente distesa di mare dominata dall’isola di Capri.
Ciascuna sorretta da quattro pilastri a pianta circolare, le piastre di copertura rettificano, pur senza alterarlo, il profilo accidentato del costone calcareo, abitato dalle tradizionali costruzioni lapidee, sapientemente tramutate in podio e basamento della villa.
Il limite tra interno ed esterno si confonde all’ombra delle aggettanti vele, naturalmente protese verso il mare, e villa von Saurma reinventa così il luogo su cui sorge, coniugando autenticità materica, chiarezza figurativa e sincerità tettonica.