Anche con l’arte sconfiggeremo COVID-19

Questa immagine rappresenta la peste, scacciata dalla Vergine, presente nell’altare maggiore della Basilica di Santa Maria della Salute a Venezia, all’entrata del Canal Grande

Anche con l’arte sconfiggeremo COVID-19

 

 

Dal 1629 a Venezia la peste imperversava, la popolazione veniva decimata. Il Doge fece un voto alla Beata Vergine: impegnava solennemente la Serenissima a erigere un magnifico tempio in suo onore in cambio della cessazione di quell’infernale morbo. La basilica, progettata da Baldassarre Longhena, fu consacrata alla Madonna della Salute è diventò uno dei luoghi di culto più famosi e luogo centrale del tessuto urbano veneziano. Venezia sconfisse la peste e lo scultore fiammingo Giusto Le Court fu incaricato di rappresentare la vittoria sul terribile male.

Nel 2019 l’editore veneziano Marsilio ha dedicato a questo altare una bella pubblicazione

Il marmo bianco e la peste nera. White Marble and the Black Death, opera di un giovane studioso Maichol Clemente.

Un libro che ci fa conoscere il pregiato lavoro dello scultore fiammingo Giusto Le Court, chiamato anche il Bernini Adriatico, per la qualità della sua opera che ha inaugurato la stagione della scultura barocca veneziana.

Ma è anche un libro che ci riempi il cuore di speranza.

Il marmo infatti raffigura l’immagine del terribile morbo nel momento della sua sconfitta.

Nel monumentale altare maggiore della Basilica, la figura della Peste è la parte più impressionante e spettacolare dell’intero complesso: una vecchia dai seni candenti mentre fugge sconvolta. In una posa di forte dinamismo, la peste allarga le braccia e urla, mostrando un profondo cavo orale sdentato, per aumentare l’illusione dell’urlo disumano. È immediata l’immagine della scultura che scappa a gambe levate – immagine della peste che lascia definitivamente la città.

Certo non sapremmo come rappresentare oggi l’immagine del COVID-19 la cui dimensione è mondiale.

Vogliamo tuttavia immaginarla presto come quella vecchia in marmo bianco che, in un altare veneziano, fugge sconfitta aprendo a nuova vita la comunità.

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