Tate Modern presenta il primo importante consuntivo di metà carriera dell’attivista visivo Zanele Muholi
Zanele Muholi
Tate Modern è una delle più importanti Gallerie d’arte al mondo.
Ha sede presso un’antica centrale elettrica di Londra.
Con Tate Britain, Tate Liverpool e Tate S.Ives forma una grande rete di promozione e diffusione dell’arte internazionale moderna e contemporanea e delle avanguardie artistiche internazionali.
Dal 19 aprile Tate Mopdern ospita una mostra della fotografa sudafricana Zanele Muholi.
Per questa mostra Tate Moden ha collaborato con la Maison Européenne de la Photographie, Parigi, Gropius Bau, Berlino e Bildmuseet all’Università di Umeå.
Nata in Sudafrica, nel 1972 Muholi è diventata famosa nei primi anni 2000 con fotografie che esplorano l’identità e le politiche delle comunità lesbiche e gay del Sudafrica contemporaneo..
Il lavoro di Muholi sfida le ideologie e le rappresentazioni etero-patriarcali dominanti , per testimoniare il diritto d’essere di queste comunità.
Ella ritrae i partecipanti come individui sicuri e belli, coraggiosamente esistenti di fronte a pregiudizi, intolleranza e, spesso, violenza.
Muholi si definisce un attivista visivo per l’impegno ad affrontare questioni scottanti, che interessano i neri, convinta che il Sudafrica stia ancora facendo i conti con le conseguenze dell’Apartheid
Nella ricerca delle immagini per i suoi scatti, Muholi parte dalla convinzione che I neri in Sud Africa non hanno neppure il lusso di avere delle immagini che attestino le loro conquiste.
Con le sue foto Muholi si fa paladina dei diritti ignorati o negati ai neri e alle comunità diverse nell’identità di genere.
Per lei la fotografia può essere uno strumento per far fronte alla violenza, all’odio e al pregiudizio.