Wil Barnet, l’artista che, al centro della sua ricerca pittorica, ha posto le grandi finestre delle case del New England americano
WILL BARNET: FIGURES IN ISOLATION
La galleria Alexandre di New York propone al suo pubblico e ai suoi collezionisti una mostra personale dell’artista Will Barnet, in sicurezza in tempi di covid19.
Le opere sono infatti proposte online nelle sale di osservazione della piattaforma Viewing Room,
Barnet (1911 -2012) è nato e cresciuto a Beverly, nel Massachusetts, in una casa costruita da suo padre.
Fin dalle sue prime esperienze artistiche Barnet ha portato con sé la sua identità del New England che è diventata una costante del suo lavoro negli anni ’80 e ’90.
In particolare, egli guardava alle grandi finestre del New England come cornice emotiva per immagini non di convivenza domestica, ma di isolamento e di distorsione del tempo e della memoria che accompagna la vecchiaia.
Le opere proposte nella sala di visione virtuale, si riferiscono a due gruppi di lavori: la serie di Emily Dickinson e la casa di suo padre, entrambi con risultati profondamente poetici ma spesso anche inquietanti, nella sua continua esplorazione della composizione e del colore.
Barnet che già si era interessato alla pittura del soggetto delle donne solitarie dagli anni ’70 nel New England, si trovò a suo agio quando gli fu proposto di realizzare una serie basata su Emily Dickinson a metà degli anni ’80.
Nella maggior parte delle serie, una donna è raffigurata dentro o appena fuori una casa, che guarda fuori da una finestra o da un balcone.
Mentre il confinamento del soggetto è enfatizzato dalla sua collocazione all’interno dell’imponente cornice di una grande finestra, o della struttura in legno di un balcone, il suo sguardo pensieroso è rivolto all’esterno, nel mondo.
Le poesie di Dickinson collegate a queste opere presentano spesso un oratore sopraffatto dalla pura furia e meraviglia del mondo naturale, sia nei momenti di delicatezza, come ascoltare il cinguettio degli uccelli in Spring in Poem 1764, sia in quelli di ferocia, come la tempesta violenta del poema 824.
Insieme, le poesie e le immagini evocano un’esperienza di solitudine contrassegnata da un’eccezionale sensibilità al mondo esterno, una celebrazione della creatività nata dall’isolamento e un riconoscimento riverente delle gioie e della sofferenza che derivano da un aspetto apparentemente solitario vita.