In occasione del centenario della nascita di Vinicio Berti (Firenze 1921-1991), il museo Novecento presenta una selezione di dipinti del grande maestro fiorentino
VINICIO BERTI
Nel centenario della nascita di Vinicio Berti (Firenze 1921-1991), il Museo Novecento presenta una selezione di dipinti del grande maestro fiorentino.
Berti è stato un artista particolarmente attivo nella scena e nel dibattito sull’arte che si sviluppava a Firenze nel secondo Novecento.
Tra i principali animatori del movimento Arte d’Oggi, nel 1947 approda ad una pittura di tipo astratto-geometrico, dopo aver attraversato una fase di personale rilettura del cubismo e del futurismo.
Nel 1950 è tra i firmatari del manifesto dell’Astrattismo classico poi, negli anni della sua maturità, sviluppa la sua ricerca, sostanziata da un instancabile impegno politico e contraddistinta da una speciale attenzione per le problematiche della scienza e della società contemporanee, con l’inserimento di frasi scritte all’interno delle composizioni pittoriche dedicandosi anche ad altre pratiche, quali la grafica e l’illustrazione.
La mostra al Museo Novecento prevede l’esposizione eccezionale di un trittico ideale, oggetto di un restauro portato a termine proprio per la mostra in corso fino al 1° maggio 2022.
Attraverso la selezione di tre dipinti inediti del 1951, è oggi possibile gettare nuova luce su una fase particolarmente delicata della vita personale e professionale dell’artista, che proprio in quei mesi inizia ad affrontare un percorso strettamente individuale, lasciandosi alle spalle la stagione militante delle lotte collettive, condotte insieme ai compagni del gruppo Astrattismo Classico.
Le opere in mostra sono state individuate sulla base di affinità stilistiche e di materiali, oltre che di datazione.
In esse Vinicio Berti sembra rielaborare con chiave del tutto personale, la triade cromatica che aveva contraddistinto la ricerca dei grandi maestri dell’avanguardia russa, uno su tutti Kazimir Malevič, le cui composizioni si fondavano sul dialogo tra bianchi, rossi e neri.
Emerge pienamente poi il suo impegno politico, con la grande falce e martello, al centro dell’opera Simbolo di verità, che chiude il trittico e che può essere considerata un ideale compimento dell’indagine svolta da Berti sull’esistenza e sulla società.