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ToggleVilla Clerici a Milano: il cenacolo di artisti e arte sacra in mostra
Villa Clerici artisti a Milano, un cenacolo di creatività sacra. In mostra opere inedite e artisti come Giacomo Manzù e Giorgio de Chirico
La Galleria d’Arte Sacra dei Contemporanei (GASC) custodisce una straordinaria collezione di oltre 3.000 opere tra dipinti, sculture, disegni, ceramiche, vetrate, gessi e mosaici.
A partire dal 1° dicembre 2024, la Galleria presenta la mostra dossier “Villa Clerici: un cenacolo di artisti a Milano”, curata da Luigi Codemo.
Una nuova sezione tematica alla GASC
Con questo progetto, il percorso museale della GASC si arricchisce di una nuova sezione tematica. Attraverso piccoli cammei – come opere d’arte tratte dai depositi, brani di lettere inedite e fotografie storiche – viene documentata l’intensa rete di relazioni con artisti che la Galleria ha costruito dagli anni ’50 agli anni ’70.
La collezione della Galleria d’Arte Sacra dei Contemporanei, fondata nel 1955, nasce con l’obiettivo di promuovere un dialogo tra i linguaggi artistici del Novecento e i temi dell’arte sacra.
Villa Clerici: un cenacolo di artisti a Milano
Le opere inedite in mostra
In mostra si possono ammirare opere mai o raramente esposte:
- Disegni preparatori per quadri, sculture e mosaici.
- Bozzetti per portali e vetrate di cattedrali.
- Grafiche con dediche, che testimoniano il clima di amicizia e collaborazione vissuto a Villa Clerici.
Artisti e opere in esposizione a Villa Clerici
Tra le opere e i documenti esposti spiccano i nomi di grandi artisti come:
- Gino Severini
- Giacomo Manzù
- Primo Conti
- Dina Bellotti
- Franco Gentilini
- Felice Casorati
- Pericle Fazzini
- Gianfilippo Usellini
- Lello Scorzelli
- Luigi Filocamo
- Silvio Consadori
- Aligi Sassu
- Giorgio de Chirico
La collezione offre una grande varietà di tecniche e stili, riflettendo anche diverse sensibilità verso i temi religiosi.
L’evoluzione del concetto di “sacro”
Il percorso museale della GASC evidenzia come, nei 70 anni di vita dell’istituzione, sia cambiata la percezione del termine “sacro”.
«Se negli anni ’50 per “arte sacra” si intendeva l’arte specificatamente cristiana – spiega il direttore Luigi Codemo – oggi le opere e il dialogo con gli artisti contemporanei fanno emergere in modo preponderante un’idea del sacro più soggettiva, che esprime il senso di un mistero, di una soglia che si affaccia su di una ulteriorità, su una trascendenza definibile in termini spirituali e antropologici più che confessionali».