Un surrealista singolare che intuiva segreti e metamorfosi delle figure e delle cose
Victor Brauner Je suis le rêve. Je suis l’inspiration
Il Museo d’arte Moderna della città di parigi dedica una grande mostra monografica ad un surrealista particolare, Vicor Brauner, a quasi cinquant’anni dall’ultima retrospettiva parigina del 1972.
Per questa monografia saranno esposti oltre cento tra disegni e dipinti.
Nato in Romania, Victor Brauner (1903- 1966) ha conosciuto in prima persona il fermento artistico della Bucarest degli anni ’20 e delle avanguardie – espressionismo, costruttivismo, dadaismo – il cui radicalismo si avvicinava così strettamente al suo spirito indipendente.
Dal 1925 in poi i soggiorni regolari a Parigi vedono la sua pittura spostarsi gradualmente verso il Surrealismo.
Qui stringe amicizia con lo scultore Brancusi, come lui rumeno, e con Tanguy che lo introduce nel gruppo di artisti che faceva riferimento ad André Breton.
Nel 1933 si era unito al movimento e continuò a prendere parte alle sue attività fino alla sua esclusione da parte di André Breton nel 1948.
Egli infatti nel dopoguerra si allontana dallo stile surrealista, per affrontare un susseguirsi esplorativo di stili, riconducibili alla ritrovata libertà ma impotenti contro l’angoscia e il tormento degli eventi ambientali a lui ispirati.
Altre influenze che vanno dalla psicoanalisi al pensiero «primitivo» si sono fatte sentire portandolo ad un linguaggio di nuova invenzione che non trasmetteva la realtà ma le invisibili forze che guidano il mondo.