La mostra, che nasce da uno scambio di prestiti internazionali tra Italia e Russia, offre un’occasione di incontro e confronto tra due maestri della pittura.
Velázquez per Ceruti
Quella tra Velázquez e Ceruti è una vicinanza di intenti che trova forma, a un secolo di distanza, sotto l’egida della realtà in un dialogo fatto di temi, composizione, ispirazione, luce.
In mostra l’eccezionale prestito, finora mai esposto in Italia, de Il Pranzo di Diego Velázquez (1599-1660) proveniente dall’Ermitage in un importante confronto con opere di Giacomo Ceruti detto il Pitocchetto (1698-1767).
E’ un confronto reso possibile anche a seguito del riallestimento della Sala del Ceruti (XII) della Pinacoteca che possiede il più importante corpus al mondo di opere dell’autore milanese di nascita e bresciano di adozione.
Il Pranzo di Velázquez (1617 circa) è infatti esposto accanto ad alcuni capolavori della produzione pauperistica di Ceruti, il cui presupposto artistico e culturale è da riconoscere nel naturalismo seicentesco europeo, che proprio in Velázquez ebbe uno dei suoi massimi protagonisti.
La mostra è stata curata da Guillaume Kientz, direttore di Hispanic Society Museum & Library di New York, già responsabile delle collezioni di arte e scultura spagnola, portoghese e latino-americana al Museo del Louvre di Parigi.
Kientz è stato inoltre curatore, nel 2015, della grande retrospettiva su Diego Velázquez al Grand Palais di Parigi.
Quasi in contemporanea con la mostra di Brescia all’Ermitage di San Pietroburgo sono esposte, dal 2 dicembre 2021 al 23 gennaio 2022, la Lavandaia (1730-1735) e la Filatrice (1735) di Giacomo Ceruti, due figure femminili che portano in scena la loro dignità silenziosa in composizioni in cui la ricerca del vero restituisce con nobiltà il senso del vivere quotidiano della povera gente.
Il progetto, intitolato Two paintings by Giacomo Ceruti from Brescia, è a cura di Svyatoslav Savvateev, curatore di pittura spagnola del Dipartimento di Arte Europea Occidentale del Museo Statale Ermitage.