Sette artisti si confrontano sul tema della Pandemia tra riflessoni e testimonianze
Unprecedented Times
Kunsthaus Bregenz è una Istituzione dedicata a promuovere l’arte contemporanea a livello internazionale.
Fu progettato dall’architetto svizzero Peter Zumthor per conto dello stato federale austriaco del Vorarlberg e fu costruito tra il 1990 e il 1997
Ad oggi il Kunsthaus Bregenz ha offerto a oltre un centinaio di artisti provenienti da tutto il mondo spazi espositivi per esprimere al meglio la loro ricerca artistica.
In occasione della Pandemia di Coronavirus, il KUB ha invitato sette artisti a presentare le loro riflessioni ed esperienze artistiche vissute durante il periodo di isolamento.
Sette artisti hanno offerto la propria disponibilità presentando opere varie per contenuti, ispirazione, tecnica, ma tuttie espressione di una più ampia riflessione sulla precarietà della vita.
La britannica Helen Cammock (1970) mostra le sue vedute, dalla finestra chiusa, sulla campagna inglese, sui boschi, sui cortili, sulle macchine di passaggio.
Il sudafricano William Kentridge (1955) divenne famoso negli anni ’90 per i suoi film in stop-motion in bianco e nero. Durante il blocco, Kentridge ha realizzato. cortometraggi da un minuto. Che ha montato in un unico filmato di 29 minuti
La francese Annette Messager (1943) durante l’isolamento ha prodotto una serie di macabri acquarelli con teschi.
Il libanese Rabih Mroué (1967) raffigura i contorni di figure umane in gesso bianco su sfondo nero.
L’austriaco Markus Schinwald (1973) presenta un’opera premonitrice del 2010 che raffigura una ragazza con mascherina
La britannica Marianna Simnett (1986) usa mezzi viscerali per esplorare il corpo come luogo di trasformazione
L’egiziana Ania Soliman (1970)esplora le relazioni tra vita umana, natura e tecnologia