Tirelli, con le sue caricature e la sua satira, ha interpretato il più grande teatro della vita offrendo una lettura critica del suo tempo e dei suoi protagonisti.
Umberto Tirelli. Caricature per un teatro della vita
La città di Modena ricorda uno dei suoi più grandi artisti, Umberto Tirelli (Modena, 1871 – Bologna, 1954) a centocinquant’anni dalla nascita, e lo fa con un’importante mostra, intitolata Umberto Tirelli. Caricature per un teatro della vita, che ripercorre la sua intera attività.
Tirelli è stato certamente una delle figure più originali dell’ambiente artistico-letterario modenese degli anni della Belle Époque, collaborando, con le sue efficaci caricature, ai più interessanti giornali satirici del suo tempo.
Partito da Modena, approdato a Bologna, attraversando il fascismo, la guerra e la ricostruzione postbellica.
Ancora nel 1951 era attivo e la sua partecipazione alla Quadriennale di Roma dove si presentava fu un successo di critica e di pubblico con le sue caricature di figure come Stalin, Churchill e Roosevelt, ma anche Totò, De Gasperi e Togliatti.
La mostra prende avvio dallo studio dell’artista con gli arredi disegnati da lui stesso, i libri, le riviste, gli oggetti e gli strumenti che, nel suo essere spazio fisico e mentale, narra il metodo di lavoro e la personalità esuberante di Tirelli.
Sono esposte 230 opere, tra disegni, sculture, pitture, maschere e burattini, per approfondire la centralità di un artista che fece della caricatura l’unico e imprescindibile mezzo di espressione, giungendo a imporsi a livello nazionale ed europeo.
Il cuore della rassegna è rappresentato dall’originale “Teatro nazionale delle Teste di legno”, alto più di 6 metri, completo di scenografie e burattini, eccezionalmente sopravvissuto ed esposto al pubblico a un secolo dalla sua creazione nel 1921.
È questo straordinario manufatto, caso unico di teatro caricaturale animato da burattini di grandi dimensioni raffiguranti i più noti esponenti della politica, del costume e della cultura nazionale del periodo.
Si incontreranno, tra gli altri, il re Vittorio Emanuele III, Gabriele D’Annunzio, Papa Benedetto XV, Giovanni Giolitti, Giosuè Carducci, Giacomo Puccini, Mussolini, Eleonora Duse, fino alle maschere della Commedia dell’arte e quella modenese di Sandrone.