Torniamo all’agricoltura di un tempo…è proprio il caso!!!

Frodi e sofisticazioni alimentari, forzature chimiche sui prodotti gastronomici, offerte “da sballo” su referenze tradizionalmente di spicco, sapori artatamente contraffatti in laboratorio….. In una economia dove i numeri ormai fanno la differenza ci propinano chissà quali “alchimie alimentari studiate a tavolino”, con disprezzo del gusto e del territorio di provenienza, e con un occhio rivolto solo ed esclusivamente al prezzo: conquistare fette di mercato sembra essere il credo unico delle aziende…ad ogni costo!!

”Fermate il mondo, voglio scendere!!” si comincia ad udire da più parti, gridato ormai a gran voce da chi consapevolmente ha capito che questa tendenza rappresenta un’eredità, un macigno che pesantemente ricadrà sulle generazioni future: si apre insomma un’attenzione rivolta alle cose buone di un tempo, ai metodi tradizionali di produzione, quando le delizie della tavola richiedevano passione, ricette artigianali e soprattutto tanta pazienza.

Come ad esempio al tipo di coltivazione ( e relativi derivati) condotta anni addietro, la cosiddetta “agricoltura integrata” ( o produzione integrata), che prevede l’adozione di tecniche compatibili con la conservazione dell’ambiente e la sicurezza alimentare mediante minimizzazione nell’uso di prodotti chimici (fitofarmaci): rappresenta per il consumatore una certezza dell’origine, della genuinità e della freschezza delle produzioni. Si riesce, in pratica, a proteggere le risorse ambientali attraverso un basso impatto, reso possibile dall’uso coordinato e razionale di tutti i fattori della produzione, riducendo al minimo il ricorso a mezzi tecnici esterni ed estranei (cagionevoli per la natura e la salute dei consumatori), sfruttando al contrario le risorse naturali in grado di sostituire gli additivi comunemente utilizzati nell’agricoltura convenzionale: vaghi ricordi insomma di duro lavoro nei campi, fatto di sudore, polvere, fatica.…ma dalle infinite soddisfazioni!!

In particolare:

-la fertilizzazione dei terreni viene ottenuta con sostanze organiche;

-le lavorazioni del terreno vengono condotte prevenendo la degradazione della sua struttura e l’erosione;

– il controllo delle piante infestanti viene effettuato “naturalmente” limitando il ricorso al diserbo chimico. Sono compatibili con questo obiettivo, ad esempio, le false semine, le rotazioni colturali, il diserbo meccanico, ecc.

E’ evidente che da questa metodologia di coltivazione si riescono ad ottenere cibi sani e sicuri, preservando nel contempo le risorse ambientali. Come ad esempio

 

l’olio calabrese commercializzato sul web da siti di prodotti tipici calabresi che hanno basato la loro “mission” aziendale nell’offerta di referenze genuine ed esclusive in fatto di salubrità.

Olio di ottima qualità, 100% italiano e non di incerta origine, con caratteristiche date dalla posizione geografica e perfette condizioni meteorologiche che solo la collina litoranea calabrese è in grado di offrire, con controllo continuativo che va dalla fioritura sino alla raccolta. La tecnica è quella tradizionale, prevedendo l’uso di pettini manuali e meccanici, su reti e poi in cassette da 20 kg. Il sistema più diffuso di estrazione è a ciclo continuo a freddo (T. max 27 ° C), l’olio viene estratto quotidianamente entro 2 ore massimo dalla fine della raccolta e tenuto in contenitori di acciaio inox a norma CEE. L’olio viene conservato in ambienti freschi, asciutti e lontano da fonti di calore ad una temperatura compresa tra i 12 e i 20°C.

Le caratteristiche proprie del prodotto si possono così riassumere brevemente:

VISIVO:tra il verde ed il giallo oro, lievemente opalescente.

OLFATTIVO: armonico, intenso, dell’oliva colta al giusto punto di maturazione.

GUSTATIVO: leggermente piccante, amarognolo ed intensamente fruttato.

ACIDITA’: bassa acidità, con valori compresi tr

 

a 0,2-0,6% di acido oleico.

Rimarcare la qualità dell’olio della Calabria è superfluo, ma val la pena ricordare ( a mero titolo di esempio) importanti riconoscimenti ed attenzioni ottenute a livello internazionale. Quali quelle del professor White, enologo di grande fama di origine americana trapiantato in Nuova Zelanda, il quale condusse uno studio sul prodotto calabrese già 20 anni fa, deducendone che si tratta di una eccellenza tra le migliori esistenti sul mercato italiano e della Comunità europea, l’unico al mondo a garantire dai rischi di infarto.

E non dimentichiamolo, l’olio extra vergine di oliva è alimento simbolo della dieta mediterranea, un prezioso nutrimento dagli innumerevoli pregi adatto ad ogni età. Per cui val la pena scegliere e consumare solo e sempre prodotti di “spessore”. Altro che prezzi da gassosa ed offerte speciali: vale sempre il principio che “non si fa niente per niente”!!

 

 

 

FEDERICO GAROLLA. Gente d’Italia. Fotografie 1948 – 1968
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