Con una tecnica fotografica e da camera oscura sviluppata e perfezionata nel corso di molti anni, Thomas Brummett visualizza un cosmo vitale
THOMAS BRUMMETT. Seeking the Infinite – Mostra Berlino
BERLINO – Alfred Ehrhardt Stiftung Auguststr. 75
Dal 15/04 al 09/07/2023
La Fondazione Alfred Ehrhardt di Berlino è nata nel 2002 per preservare il patrimonio artistico di Alfred Ehrhardt, fotografo e regista culturale, eccezionale rappresentante della Nuova Oggettività.
Intensa è anche l’attività espositiva relativa non solo a valorizzare l’opera di Ehrhardt, ma anche di fotografi contemporanei.
Dal 15 aprile 2023 ospita la mostra Seeking the Infinite del fotografo americano Thomas Brummett (nato nel 1955 in Colorado).
Brummett usa la fotografia per esplorare come le scienze naturali e la fisica in particolare possano far luce sulla vera natura del mondo.
Egli cerca manifestazioni visive che rivelino la complessità dei sistemi naturali.
Le serie Light Projections and Infinities mostrate all’Alfred Ehrhardt Stiftung sono indagini visive sulla molteplicità dei sistemi infiniti che ha esplorato.
Secondo Brummett, la luce, come base di tutta la vita e di tutta l’energia, rappresenta “l’essenza della natura nella sua forma più pura“.
Allo stesso tempo, la luce è anche l’essenza della fotografia.
Le immagini di Brummett della sua serie Light Projections sono letteralmente immagini di luce, che l’artista considera il “perfetto simbolo visivo dell’infinito“.
Per questa serie, in un processo senza fotocamera e senza pellicola, viene utilizzato un obiettivo per proiettare i cosiddetti cerchi di diffusione (prodotti da un obiettivo) su carta fotografica sensibile alla luce, creando così una rappresentazione fisica della luce.
La serie Infinities si basa sulle proiezioni di luce, che forniscono una cornice per immagini divise tra “il celeste” e “il terrestre”.
Per le immagini celesti, inizia con le immagini del telescopio Hubble dello spazio profondo, che offrono una visione indietro nel tempo della luce di sistemi stellari che hanno milioni di anni, così vecchi che parecchi non esistono più.
Quindi sovrappone queste immagini dell’universo con altri motivi che ha fotografato dalla natura come magnolie, fiocchi di neve o muffe coltivate nel suo studio.
