Sette artisti mostrano la loro interpretazione del “lavoro del lutto”, lo sforzo necessario a superare il dolore
The Work of Mourning
Un tema assai particolare è affrontato da The work of mourning/Il lavoro del Lutto,
la mostra aperta il 2 settembre a Stoccolma.
La mostra alla Bonniers Konsthall vuole affrontare infatti il tema del lavoro che richiede il lutto.
È una riflessione che parte dalla considerazione che il lutto richiama il desiderio, la perdita, il dolore e che il lavoro del lutto è rappresentato dallo sforzo necessario che l’individuo superstite deve affrontare per superare il dolore.
In mostra sono esposte opere di 7 artisti che, con il proprio stile, le proprie tecniche e la propria personale visione della vita e della morte”, si sono confrontati con la catena perdita-dolore-lutto- lavoro.
Sono:
Alejandro Cesarco (Montevideo 1975) vive e lavora a New York;
Berit Lindfeldt (Stoccolma 1945) è una affermata scultrice nel mondo scandinavo;
Felix González-Torres (Guáimaro, 26 novembre 1957 – Miami, 9 gennaio 1996) è stato un artista cubano influenzato dall’arte minimalista.
Jennifer Loeber è una fotografa documentarista concettuale con sede a New York
Jonas Dahlberg (Uddevalla 1970) è un artista svedese che vive a Stoccolma ed è noto soprattutto per il suo lavoro di installazione video.
Lena Birgitta Cronqvist Tunström (Karlstad 1938) è una pittrice, artista grafica, illustratrice e scultrice svedese
Nadine Byrne è una musicista e artista visiva con sede a Stoccolma
Ogni artista vivente è chiamato a rappresentare questo “lavoro” non in modo teorico ma rapportandosi alla realtà e creando la propria opera durante il processo del dolore.
Pensata prima dell’evento drammatico di Covid19, la mostra diventa quasi profetica allorché la morte è diventata un evento quotidiano e il mondo ha iniziato a seguire curve che rappresentavano migliaia di vite che erano arrivate alla fine.