Nella collezione della Fondazione Mast la fotografia documentaria incontra l’arte concettuale.
THE MAST COLLECTION Un alfabeto visivo dell’industria, del lavoro e della tecnologia
Fondazione MAST / Manifattura di Arte Sperimentazione e Tecnologia è nata a Bologna nel 2013 con l’obiettivo di favorire i progetti che fanno leva su identità e creatività allo scopo di sviluppare nuove idee e di creare nuove connessioni.
La Collezione della Fondazione MAST, unico centro di riferimento al mondo di fotografia dell’industria e del lavoro, conta più di 6000 immagini e video di celebri artisti e maestri dell’obiettivo, oltre a una vasta selezione di album fotografici di autori sconosciuti.
Si tratta di uno spazio appositamente dedicato alla fotografia dell’industria e del lavoro che ha creato una sua speciale collezione con l’acquisizione di immagini da case d’asta, privati, gallerie d’arte, fotografi e artisti.
Il patrimonio della Fondazione, che raccoglieva filmati, negativi su vetro e su pellicola, fotografie, album, cataloghi che negli stabilimenti di Coesia venivano prodotti fin dai primi del ‘900, si è così arricchito ampliando il proprio interesse oltre i temi di promozione e documentazione d’impresa che ne avevano caratterizzato le origini.
“The MAST Collection – Un alfabeto visivo dell’industria, del lavoro e della tecnologia”, curata da Urs Stahel, è la prima esposizione di opere selezionate dalla collezione della Fondazione: oltre 500 immagini tra fotografie, album, video di 200 fotografi.
Tra gli artisti in mostra: Paola Agosti, Richard Avedon, Gabriele Basilico, Gianni Berengo Gardin, Margaret Bourke-White, Henri Cartier-Bresson, Thomas Demand, Robert Doisneau, Walker Evans, Luigi Ghirri, Mario Giacomelli, Mimmo Jodice, André Kertesz, Josef Koudelka, Dorotohea Lange, Erich Lessing, Herbert List, David Lynch, Don McCullin, Nino Migliori, Tina Modotti, Ugo Mulas, Vik Muniz, Walter Niedermayr, Helga Paris, Thomas Ruff, Sebastiao Salgado, August Sanders, W. Eugene Smith, Edward Steichen, Thomas Struth, Carlo Valsecchi, Edward Weston.
La mostra è strutturata in 53 capitoli riferiti ad altrettanti concetti illustrati nelle opere rappresentate.
La forma espositiva è quella di un alfabeto che si snoda sulle pareti degli spazi espositivi e che permette di mettere in rilievo un sistema concettuale che dalla A di Abandoned e Architecture a fino alla W di Waste, Water, Wealth.
Questi 53 capitoli rappresentano altrettante isole tematiche nelle quali convivono vecchi e giovani, ricchi e poveri, sani e malati, aree industriali o villaggi operai.
Costituiscono il punto di incontro delle percezioni, degli atteggiamenti e dei progetti più disparati.