In mostra a Vienna la regina della ricerca sulla dimensione identitaria nell’arte e con gli artisti che, da lei ispirati, hanno affrontato questa fluida e inarrestabile ricerca.
THE CINDY SHERMAN EFFECT. Identità e trasformazione nell’arte contemporanea
Bank Austria Kunstforum Wien è il primo centro espositivo a conduzione privata in Austria.
Nel 1988 Bank Austria commissionò all’architetto austriaco Gustav Peichl la creazione di un moderno centro espositivo.
E’ stato inaugurato nel 1989 con una grande mostra Egon Schiele e il suo tempo.
Fino al 21 giugno 2020 Bank Austria Kunstforum Wien ospita la mostra THE CINDY SHERMAN EFFECT. Identità e trasformazione nell’arte contemporanea
L’esposizione affronta una delle questioni centrali nell’arte: l’identità.
E’ un invito a guardare ai temi dell’identità, con gli aspetti relativi alla sua costruzione, alle forme di trasformazione e finzione.
Si tratta di questioni di grande attualità in vista del mondo in continua evoluzione a causa della inarrestabile globalizzazione.
Allo stesso tempo, nuove tecnologie, come Internet, l’ingegneria genetica o la clonazione, stanno aprendo nuovi fronti di riflessione.
Questa riflessione parte da Cindy Sherman (1954),fotografa e regista statunitense che negli anni Ottanta presentò il ciclo di fotografie ( Untitled film stills) che la incoronarono regina della ricerca sulla trasformazione e definizione identitaria nell’arte.
La mostra esaminerà temi quali la decostruzione del ritratto, gli stereotipi culturali, specifici di genere e sessuali, nonché la costruzione e la finzione dell’identità.
Vengono messe in relazione opere di Cindy Sherman e artisti contemporanei.
Sherman ha ispirato infatti le generazioni successive di artisti a esplorare il tema dell’identità e della trasformazione in vari media.
Un gran numero di artisti ha seguito infatti questo approccio e molti di essi sono in mostra.
Tra questi il camerunensa Samuel Fosso(1962),la sudafricana Candice Breitz (1972), l’americana Catherine Opie(1961)
I lavori di Cindy sono considerati da molti artisti come un punto di partenza per affrontare la trasformazione nell’arte contemporanea.