Terranova Sappo Minulio

I capolavori nascosti di Terranova Sappo Minulio:i coperchi sepolcrali della Chiesa di Santa Maria Santissima Assunta

TERRANOVA SAPPO MINULIO – E’ un piccolo comune di 535 abitanti della provincia di Reggio Calabria.Situata alla sinistra del torrente Marro,si trova tra Taurianova e Varapodio. Fondata durante il periodo Svevo,più precisamente durante il regno di Manfredi l’ultimo esponente d’una prestigiosa dinastia imperiale,vanta un’antica storia che rivive attraverso le testimonianze culturali e monumentali. Passeggiando per le vie del paese,ci appare la maestosa facciata della Chiesa di Santa Maria Santissima Assunta costruita a cavallo degli anni novanta del XVIII sec. dopo la distruzione della cittadina in seguita al terremoto del 1783.
La Chiesa può essere considerata un prezioso scrigno che racchiude importanti opere d’arte come i preziosi coperchi sepolcrali collocati nella navata di destra. Appena varcata la soglia del sacrato lo sguardo viene rapito dalla lastra marmorea collocata sulla parete della navata  che raffigura l’immagine a bassorilievo del gentiluomo Giulio Celano,dall’evidente costume settecentesco che come rivela un’epigrafe ivi stesso inserita si qualifica come d. Giulio Celano,nobile di ascendenza aversana,il quale nato a San Giorgio,finì per abitare a Terranova. Secondo le testimonianze dell’epoca,la sua effige fu scolpita nel marmo per l’esecuzione di una sua precisa volontà testamentaria e non come si ritenne per tanto tempo ad un saldo di un debito di gratitudine da parte dei preti o di popolazioni riconoscenti. A seguito di lucrosi lasciti alla sua parrocchia,il Celano nel suo testamento pretese  oltre alle esequie confacenti al suo stato ed alla sepoltura del suo corpo nella chiesa arcipretale di San Giorgio, la realizzazione di una lapide di marmo con impressa la sua effigie intera con le armi del suo casato ed i simboli della collegiata di San Giorgio Morgeto da lui fondata. Pare che nel suo testamento,il Celano avrebbe cercato di essere un giorno inumato presso l’altare di S. Nicola da Tolentino nella chiesa degli agostiniani di Terranova. Un evento questo che dovette in realtà verificarsi se il bassorilievo indicato venne rinvenuto fra i ruderi della città distrutta dal terremoto.
Sempre nella navata destra è possibile ammirare il coperchio di sarcofago scolpito in marmo alla fine del XIV sec. di un cavaliere giacente. L’immagine è di uno scultore meridionale ignoto e rappresenta Roberto di Sanseverino,primo principe di Salerno la cui casata fu presente con numerosi feudi nel territorio calabrese. La scultura tombale proviene dalla distrutta Chiesa dei Celestini ovvero di Santa Caterina situata nell’odierna località il Convento. La figura distesa del sarcofago viene rappresentata con armi,la cui tipologia sta ad indicare la datazione del committente che risale al 1391 data indicata dalle testimonianze dell’Abate Pacichelli,ospite dei Celestini a Terranova durante un suo viaggio in Calabria alla fine del ‘600. Il coperchio del sarcofago è stato esposto nel 2001 al Palazzo del Consiglio Regionale di Reggio Calabria durante la mostra-convegno sui codici leontei,nell’ambito del progetto “Petrarca ed il mondo Greco” in occasione del VII° centenario della nascita di Francesco Petrarca.
In corrispondenza della  suddetta scultura incastonata sulla parete della navata si può ammirare un bassorilievo su lastra marmorea raffigurante S. Pietro Celestino,ovvero Frà Pietro da Morrone eletto Papa a seguito del conclave di Perugia del 1294 con il nome di Celestino V  rinunciatario dopo solo 5 mesi di pontificato che Dante condanna tra gli ignavi dell’Inferno. Si tratta di opera di bottega marmoria napoletana del XIV sec  che probabilmente proviene dal convento dei Celestini che si trova nell’antico insediamento di Terranova, e lo stemma del convento del Celestini,congregazione benedettina fondata da papa Celestino V nel 1254. Pregevoli i piccoli bassorilievi marmorei raffiguranti la figura di due monaci benedettini sovrastanti due acquasantiere in marmo bianco.

(Articolo a cura di Loredana Rizzo)

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