Facebook crea dipendenza. Come il fumo. Come la droga. Come il cioccolato. Inizi e non smetti più. Disintossicarsi è impossibile quanto starnutire con gli occhi aperti. Se poi hai una relazione sentimentale, Facebook è la quintessenza del male, della tragedia, della distruzione, ma anche del patetico al limite del picco glicemico. Gente con una storia finita tra le mani non rassegnata perché lui o lei ancora “non ha tolto la mia amicizia da Facebook”.E quindi via agli status strappalacrime corredati da faccine tristi, nella speranza che lei o lui si renda conto del terribile errore. Come se il fatto di avere o meno l’altra metà tra i contatti, fosse prova che la storia nutra ancora qualche speranza. Non significa nulla che nella realtà ti abbia mollato per telefono o spiaccicato la fine davanti agli occhi, che abbia fatto fagotto di tutte le sue cose andandosene, che non abbia più risposto al cellulare e non ti abbia più cercato. Se apri quella “maledetta finestra” di Facebook e lei o lui sono ancora lì, online, la mano sul mouse trema, e si finisce su “quel” profilo, su “quella” bacheca.