Due architetti che assieme hanno messo a fuoco un’asse di lavoro fondata sulla ricerca continua senza timori del cambiamento
Studio CM – Iginio Cappai e Pietro Mainardis Dialogo costruttivo
PETIT TOUR è un’iniziativa dell’Archivio progetti dell’Università di Architettura (IUAV) di Venezia.
Il lavoro scientifico di conservazione e ricerca e Il crescente interesse degli studiosi per l’archivio hanno fatto negli anni la sua dimensione con sempre nuovi fondi archivistici, collezioni e miscellanee (nel 2020 erano circa 80 il cui catalogo è anche online: http://sbd.iuav.it/Cataloghi/Cataloghi-dedicati/archivi-di-architettura.html)
Oggi l’Archivio è inserito nel Sistema Bibliotecario e Documentale dell’Ateneo veneziano.
Nella sua attività costante di ricerca e valorizzazione l’Archivio presenta online pillole di architetti famosi, che stimolano il desiderio di approfondimento e di conoscenza, aiutano il lavoro di ricerca e concorrono ad incrementare la sensibilità dei nuovi architetti ai valori del costruire nel terzo millennio.
Si tratta di schede molto essenziali nel testo, con una adeguata documentazione fotografica e bibliografica.
La scheda è dedicata allo Studio di Architettura CM di Iginio Cappai e Pietro Mainardis la cui documentazione archivistica è presente oggi tra i fondi dell’Archivio Progetti.
Iginio Cappai e Pietro Mainardis laureati allo Iuav agli inizi degli anni sessanta, dopo una breve parentesi accademica scelgono di concentrarsi sulla progettazione.
Nel 1962, in associazione con Antonio Foscari, avviano l’attività dello Studio CFM, ridenominato Studio CM nel 1966 dopo l’uscita di Foscari.
Lo studio è stato attivo fino al 2007.
Nel 1999 Giancarlo de Carlo presentava i caratteri distintivi del lavoro dei due architetti dello studio CM:
invece di ripetersi hanno continuano a cambiare e nel cambiare hanno messo a fuoco l’asse costante del loro lavoro; che, essendo un asse di ricerca, quindi non preconcetto né perentorio, è composto di molte linee complementari.
- Una prima linea è che amano lavorare nel loro territorio…
- Una seconda linea è che scelgono di misurarsi con la periferia …
- Una terza linea è quella di considerare l’evento architettonico come un contesto di particolari che debbono essere tutti sapientemente risolti per pervenire a un insieme unitario. …
Infine una quarta linea è di accettare come autodisciplina le regole della professione; di considerare i dati di fatto, i bisogni, il programma, le scadenze temporali, ecc., come misure concrete e sollecitanti del lavoro …