Un gruppo di artiste internazionali propongono le loro riflessioni sulla figura umana in pittura, con occhio attento al genere femminile.
Stretching the Body
Dal 5 novembre la Fondazione Sandretto Re Rebaudengo di Torino propone la mostra collettiva Stretching the Body.
Stretching the Body riunisce un gruppo di artiste internazionali che riflettono sul genere del ritratto e sul tema della figura umana attraverso il medium della pittura.
Prendendo le distanze dal canone della rappresentazione del corpo femminile nella tradizione pittorica occidentale, le artiste in mostra, attraverso una molteplicità di strategie stilistiche, mettono in gioco temi quali la razza, l’identità di genere, le relazioni di potere, la memoria e la conoscenza che passano attraverso l’esperienza corporea.
Allungato o deformato, astratto o costruito geometricamente, il corpo è al centro dell’indagine artistica e della sperimentazione formale, ed emerge come spazio conteso, di conflitto tra definizioni e appartenenze, in cui i limiti tra soggetto e oggetto vengono continuamente rimessi in discussione.
La mostra include opere di dodici artiste di diverse generazioni e provenienze geografiche:
Giulia Andreani (Italia, 1985),
Louise Bonnet (Svizzera, 1970),
Jaclyn Conley (Canada),
Celeste Dupuy-Spencer (Stati Uniti, 1979),
Jana Euler (Germania, 1982), Mernet Larsen
(Stati Uniti, 1940),
Wangari Mathenge (Kenya,1973),
Jill Mulleady (Uruguay, 1980),
Christina Quarles (Stati Uniti, 1985),
Avery Singer (Stati Uniti, 1987),
Anj Smith (Inghilterra, 1978),
Ambera Wellmann (Canada, 1982),
Rose Wylie (Inghilterra, 1934).