Una mostra dal titolo evocativo che intende avviare un percorso di rinascita e valorizzazione, attraverso la cultura, degli spazi dell’ex carcere borbonico di Procida.
SprigionArti
Palazzo d’Avalos, costruito nel ‘500 dalla famiglia D’Avalos, governatori dell’isola fino al Settecento, nel 1830 fu trasformato in carcere e fu chiuso definitivamente solo nel 1988.
In questo spazio il 27 maggio è stata inaugurata la mostra SprigionArti, evento di arte contemporanea nelle celle dell’ex carcere inserito nel programma delle attività di Procida Capitale italiana della Cultura 2022.
La mostra si inserisce nel progetto di creare un laboratorio dinamico, che immagini la nascita di un nuovo nucleo museale come un’entità viva e funzionale allo sviluppo culturale e democratico della comunità e alla rigenerazione urbana di una architettura monumentale che ha perso nel tempo la sua funzione d’uso.
È stato chiesto a cinque grandi artisti di immaginare una prospettiva relazionale con l’ex colonia penale, un luogo simbolo a testimonianza della storia sociale, politica e urbanistica dell’isola, per indagare nuove risonanze di senso tra la dimensione storica della reclusione e dell’isolamento e la vocazione moderna di apertura e condivisione.
L’esposizione, a cura di Agostino Riitano in collaborazione con Vincenzo de Bellis, si articola nelle grandi sale del primo livello della pianta cinquecentesca di Palazzo d’Avalos.
Il primo spazio ospita un’opera di Maria Thereza Alves;
il secondo spazio, la cappella della ex struttura carceraria, accoglie l‘opera di Jan Fabre The Catacombs of Dead Street Dogs;
nel terzo spazio è collocata la videoinstallazione di William Kentridge, visibile dall’esterno della cella attraverso le sbarre;
il quarto spazio, con uno squarcio sul paesaggio mediterraneo, ospita le opere di Francesco Arena ed Andrea Anastasio.