Per Sophie Hirsch, l’instabilità è un atteggiamento, un modo di confrontarsi con il mondo.

SOPHIE HIRSCH Regroup, Retrace, Unfollow

Fondata nel 2014 la Galleria Doris Ghetta dispone di uno spazio espositivo di 500 metri quadrati in una ex fabbrica.

E’ una galleria d’arte contemporanea che presenta artisti affermati ed emergenti, oltre a fornire una guida professionale alla collezione d’arte a clienti internazionali.

Dal 28 ottobre 2021 la galleria ospita una mostra personale di Sophie Hirsch dal titolo Regroup, Retrace, Unfollow/ Raggruppa, ripercorri, smetti di seguire.

Nata nel 1986 a Vienna Sophie Hirsch attualmente vive e lavora a Vienna.

Dalle sue osservazioni del corpo e della postura, Hirsch esplora la relazione dinamica tra equilibrio e instabilità, tra forza, vulnerabilità e tensione.

Come nel gioco di Jenga, in cui una serie di blocchi sovrapposti si sostengono a vicenda e il movimento di ciascuno influisce sull’intera struttura, l’artista percepisce il corpo come un organismo strutturato in continua evoluzione per adattarsi a contesti diversi.

Nelle sue sculture e installazioni, Hirsch traduce l’interazione delle forze utilizzando materiali precari e fragili – come silicone, Thera-Bands, cartapesta, policarbonato o pellicola termoretraibile usata, che diventa durevole e stabile solo se viene stratificata o incollata su un altro elemento.

L’artista parte dalla considerazione di ciò che offre la natura per sviluppare la sua ricerca artistica.

Ad esempio, è noto che la tela del ragno cambia la sua struttura interna in risposta alle forze e sollecitazioni esterne a cui è sottoposta, reagendo agli stimoli provenienti dall’ambiente circostante.

Capire come funziona la struttura di un oggetto, una persona, un’architettura o un costrutto culturale è un tema centrale nella ricerca di Sophie Hirsch.

Con la sua mostra personale Regroup, Retrace, Unfollow alla Galleria Doris Ghetta, fa un passo avanti nella sua indagine con una nuova serie di sculture e installazioni create per l’occasione.

Riflessioni e ricerca sviluppati durante il lockdown hanno lasciato i segni nel lavoro di Hirsch.

Con la mostra di Ortisei l’artista elegge l’instabilità come strumento per esplorare e comprendere la realtà: non uno squilibrio di forze da correggere, ma una nuova relazione tra tensioni contrapposte da integrare nei nostri sistemi.

Pertanto, per l’artista, l’instabilità è un atteggiamento, un modo di confrontarsi con il mondo.