SHŪSAKU ARAKAWA. Il colore della mente.

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- DATA INIZIO: 22/03/2022

- DATA FINE: 30/04/2022

- LUOGO: MILANO – Galleria Milano

- INDIRIZZO: Via Manin 13 – via Turati 14

- TEL: +39 02 29000352 / +39 02 29003283

Per Calvino la pittura di Arakawa, puramente intellettuale, rende visibile “il colore della mente”

SHŪSAKU ARAKAWA. Il colore della mente.

 

 

La Galleria Milano ha inaugurato il 21 marzo la mostra SHŪSAKU ARAKAWA. Il colore della mente.

Shūsaku Arakawa (Nagoya 1936 – Manhattan 2010), è stato un artista e architetto giapponese, figura imprescindibile della concettuale internazionale, la cui ricerca ha seguito i meccanismi mentali e la decodifica del mondo attraverso categorie filosofiche.

Appena ventenne, nel 1958, esponeva al Museum of Modern Art di Tokyo, cui sono seguite mostre nelle principali istituzioni museali a livello internazionale, oltre a rappresentare ufficialmente il Giappone alla Biennale di Venezia del 1970.

Il percorso di Arakawa si sviluppa tra il Giappone e gli Stati Uniti dove arriva nel 1961 incontrando a New York Marcel Duchamp che diviene il suo mentore e lo introduce al vivissimo ambiente artistico della città, dove frequenterà John Cage, Jasper Johns e Robert Rauschenberg, tra gli altri.

Qui egli mette a punto un linguaggio fatto di parole, segni, ombre, linee, semplici morfemi e gradazioni di colore.

Di lui si è interessato anche Gillo Dorfles che ha evidenziato come mentre nei suoi primi lavori newyorkesi predominano silhouette e oggetti d’uso quotidiano, queste figure diventano poi sempre più costruzioni spaziali che potrebbero essere definite iper-cubiche o tetradimensionali.

Alla galleria Milano vengono proposte tele, carte e grafiche degli anni Sessanta e dei primi Settanta, dove indaga il rapporto tra spazio e tempo in una sintesi che lui stesso definisce come filosofia del vuoto o blank.

Le sue tele, di grandi dimensioni sono piene di “punti focali”, addensamenti di frecce, tubi, elementi rotanti, lettere e parole come mistake, a rappresentare il continuo cortocircuito di significazione in cui si incaglia l’uomo.

Frequente è anche bottomless, una sorta di piramide quadrangolare che, nel bianco della tela, appare come un oggetto misterioso, sovvertito e sospeso.

Quando Calvino ha incontrato le opere di Arakawa fu colpito dal senso di mistero che quelle forme emanavano osservando le “macchie di blank, di non-quadro, che interrompono l’universo del tessuto-quadro e ci danno la sensazione che il significato e la forma di tutto il resto fluttuino attorno a queste lacune dell’esistere.

Per Calvino la pittura di Arakawa, puramente intellettuale, rende visibile “il colore della mente”.

A supporto per una migliore comprensione dell’opera di Arakawa durante la mostra sono inoltre proiettate le sue due opere filmiche, Why Not (A Serenade of Eschatological Ecology), 1970 e For Example (A Critique of Never), 1971.

ORARI DI APERTURA

  • martedì > sabato 10.00 -13.30 / 15.00- 19.00

INFO

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