Undici giovani artisti si confrontano in fotografia e video con il concetto di Hyperstition, finzione che non rimane fittizia ma si rende reale
Seen By #19 Hyperstition (Visto da # 19: Iperstizione) – Mostra Berlino

BERLINO – Museo della Fotografia Ebenstrasse, 2
Dal 06/05 al 18/06/2023
Il Museum für Fotografie/Museo della Fotografia è parte del sistema dei Musei Statali di Berlino caratterizzandosi come un centro importante per lo studio, lo sviluppo e la promozione dell’arte fotografica.
Dal 6 maggio il Museo presenta Seen By #19 Hyperstition /Visto da # 19: Iperstizione, una mostra collettiva di 11 giovani artisti: Arwina Afsharnejad & Daria Kozlova, Felix Ansmann & Kani Lent, Moritz Haase, Sophia Hallmann, Marie Salcedo Horn, Bailey Keogh, Victoria Martínez, Anna-Maria Podlacha and Lilith Tyrell (KSE), chiamati ad affrontare temi speculativi in fotografia e video.
Hyperstition nel titolo della mostra è un termine coniato per la prima volta negli anni ’90 dal collettivo interdisciplinare Cybernetic Culture Research Unit (CCRU) nel Regno Unito, e si riferisce a idee la cui espressione rilascia tali vibrazioni che alla fine si realizzano, simile a una profezia che si autoavvera.
L’Iperstizione non è quindi una finzione che rimane fittizia ma una finzione che diventa reale.
Viviamo in un complesso sistema di cicli di retroazione: sistemi di alimentazione, catene logistiche, mercati finanziari, espansione neo-estrattivista paralizzante.
Questa mostra è ispirata dall’idea che immaginare fittiziamente il futuro offra una migliore decodifica del proprio presente piuttosto che guardare al passato.
Gli 11 artisti nelle loro opere in mostra si occupano di nuovi e vecchi giochi di pensiero della fantascienza e della digitalizzazione, come il nostro rapporto con l’intelligenza artificiale e le simulazioni al computer o, ad esempio, il glitch come utopia digitale femminista.
I luoghi vengono visitati su diversi livelli temporali e collegati in modo non lineare come capsule temporali, immaginati attraverso viaggi nel tempo onirici o processi artistici collettivi.
La luce gioca un ruolo ricorrente sia nella creazione delle opere fotografiche sia come considerazione mediatico-teorica del rapporto tra fotografia e temporalità.
Artisti diversi tra loro per tecniche e utilizzo dello strumento ma accomunati da interessi comuni come lo svelamento di complessi relazionali, la visualizzazione di algoritmi, esami di nuove tecnologie, internet, misticismo e alchimia.